Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
venerdì 31 luglio 2020
Inquietudine
giovedì 30 luglio 2020
Le Bonomiadi
“Dall’incrocio dei dati del monitoraggio dell’Inps con quelli della fatturazione elettronica dell’Agenzia delle Entrate, nel primo semestre del 2020, rispetto al primo semestre del 2019, emerge che se circa un terzo delle ore di Cig, Cig in deroga e Fondi della bilateralità è stato utilizzato da imprese con perdite di fatturato superiori al 40 per cento, oltre un quarto delle ore è stato tirato da imprese che non hanno subìto alcuna riduzione”.
- Riforma degli ammortizzatori sociali (col chiaro scopo di aumentare ancora di più differenze e lucri dei suoi consociati)
- Revisione dei contratti di lavoro con la messa in soffitta di quello nazionale per passare a quelli aziendali.
Un grande Robecchi!
Non solo Covid. Il negazionismo è il virus più pericoloso di tutti
di Alessandro Robecchi
Il convegno che si svolse a Milano nel 1630 finì malissimo. Il titolo, “La peste non esiste” era suggestivo e carico di sottintesi, si sosteneva tra le altre cose che
Ora, per fortuna, è tutto diverso: al convegno organizzato in Senato da Vittorio Sgarbi il livello era decisamente più alto, infatti è intervenuto il famoso virologo Andrea Bocelli con un argomento che ha convinto tutti: “Io conosco un sacco di gente, ma non ho conosciuto nessuno che sia andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità?”. Giusto, implacabile, non fa una piega, mi ha convinto: anch’io non ho mai conosciuto nessuno colpito da un fulmine, quindi mi pare palese che i fulmini non esistono, saranno un’invenzione di Bill Gates, o di Saviano, o delle Ong, tutta gente senza cuore che chiude in casa milioni di persone per impedire a Salvini di girare l’Italia baciando salami e capocolli. I soliti comunisti, insomma, gli stessi che hanno diffuso la foto dei camion militari che portano via i morti da Bergamo.
Non mi pronuncio sul valore scientifico del convegno, che mi sembra altissimo anche grazie a Bocelli, ma leggo che un certo Angelo Giorgianni ha parlato del Covid come di “un’ingegneria genetica per un colpo di Stato globale”. Interessante. E poi c’era un nutrizionista del Centro di Educazione al Dimagrimento, il dottor Franco Trinca, che se l’è presa con “il vaccino di Bill Gates”, che sarebbe “eugenetica nazista” e “chissà cosa ci mettono dentro”, forse cose che fanno ingrassare, maledizione.
Va bene, mi avete convinto, mi iscrivo ai negazionisti, dopotutto non conosco nessuno che sia morto nella tragedia del Vajont, quindi sono propenso ad accettare il fatto che la cosa non sia mai successa, forse anche quella un’invenzione di Bill Gates e dei radical-chic, come del resto il bombardamento di Dresda (conoscete qualcuno che sia morto a Dresda? No, vero? Visto?).
Ora non c’è bisogno di essere fini psicologi per capire che la gente mente volentieri a se stessa per allontanare ombre e paure. È lo stesso meccanismo per cui il marito che trova un uomo nell’armadio pensa che sia il falegname che lo sta riparando, giusto? Dunque c’è il rischio che il pensiero negazionista cresca e prosperi, con due azioni parallele: negare la realtà da un lato e, se proprio bisogna accettarla, dare la colpa a qualcun altro. Ultimamente ai migranti, che sarebbero i nuovi untori (dopo i cinesi), e qui ci viene in aiuto un’altra virologa illustre, Annalisa Chirico, che garantisce quasi da sola, a mani nude, l’impianto ideologico-culturale di Salvini, compito titanico.
Pensa cosa fa la gente pur di non parlare di Attilio Fontana e dei camici del cognato, anche se credo che le finalità del prestigioso convegno fossero altre e più nobili: dare finalmente un po’ di visibilità all’organizzatore Vittorio Sgarbi, che in effetti ne ha poca, poverino, e in qualche modo deve farsi notare, visto il suo noto aplomb elegante, misurato e mai scomposto che i media trascurano.
Fantastica Daniela tra BHL e il Cazzaro
Lévy-Salvini: filosofuffa contro gastropolitica
È una “sfida culturale”, quella andata in onda a Quarta Repubblica, il programma di Nicola Porro su Rete4, tra il filosofo francese Bernard-Henri Lévy e Matteo Salvini. Del resto pure Pericle discettava con Protagora e Zenone. L’intuizione è suggestiva: il filosofo, noto con l’acronimo logistico di BHL, ha scritto il Covid-instant-book Il virus ci rende folli (La nave di Teseo), in cui sostiene che siamo stati investiti da isterismo igienico e “messianesimo virologico”, un misto di “malthusianesimo, antiumanesimo e marshmallow penitenziale” (non avete già l’acquolina in bocca?). Il caso ha voluto che nel pomeriggio si sia tenuto al Senato un convegno di (come chiamarli?) dissidenti sanitari, tra i quali ha spiccato, per ruolo e impunitaggine, lo stesso Salvini, la cui rima buccale rigorosamente non protetta è diventata ormai un simbolo politico di resistenza e libertà, oltre che di minchioneria. L’operazione è audace: vuoi vedere che il più fico rappresentante della sinistra al caviale e il più elementare dei sovranisti mondiali concordano sul fatto che il Coronavirus è un’enorme montatura dei poteri forti per soggiogare le masse?
Inizia BHL, acconciatura aerodinamica da vanitoso engagé e camicia bianca da gelataro-sur-Sienne: “È stato tutto folle! C’è stata un’epidemia di paura e terrore!”. Salvini, occhiali da intellettuale (sarebbe da rivedere il luogo comune: ci sono eccezioni talmente clamorose da confutare la regola), annuisce. BHL: “È colpa dei giornalisti che hanno parlato tutti i giorni dell’epidemia, ce ne sono state di peggiori nella Storia” e non se ne parlava. È vero, è molto strano: nel ’300 non c’era tutto questo allarmismo in Tv e su Internet. Salvini fa sì con la testa, sono le stesse parole precise che lui ripete da mesi, e colpisce che il filosofo che ama Macron e Renzi (“il vulcanico Renzi”) emetta più o meno le stesse perle che sgorgano gratis tutti i giorni da quel pozzo di scienza dei social di Salvini. Ma il match intellighenzia contro gastropolitica riserva sorprese: “I migranti sono diventati untori”, dice BHL, e qui Salvini, intuendo l’ironia, comincia quel suo risolino isterico accompagnato da scrollata di capo e sguardo in camera, un’intramuscolo di semiotica-base per il suo pubblico già stanco dei pensieri cotonati dello studioso.
Quando BHL dice “L’Italia ha dato all’Europa un esempio di disciplina”, Salvini fa sì sì sì, lui che con un misto di disciplina e lucidità il 21 febbraio intimava: “Blindare! Proteggere! Bloccare!”, e il 27: “Riaprire tutto! Fabbriche, negozi, musei, gallerie, palestre, discoteche, bar, ristoranti!”. E pensare che i due potrebbero trovarsi a metà strada: BHL, consigliere di Sárkozy, elogiò “il coraggio politico di Calenda, la virtù di Renzi”, insomma “le belle élite”, e voleva Draghi a capo delle forze di polizia; Salvini ha citato la Thatcher e invocato Draghi premier: vuoi vedere che l’ex maoista e l’ex comunista padano sono liberisti? Purtroppo BHL rovina tutto: “Andiamo a beccare qualche barchetta” quando “l’Italia ha la mafia”. Porro lo interrompe: pensava di aver invitato la versione chic di Paolo Becchi e invece ha in collegamento il solito rompicoglioni di sinistra, subito ribattezzato da Salvini “dottor professor filosofo”, tutti titoli di estremo disonore.
È che BHL solidarizza coi migranti che scappano dalla guerra: non male, per un simpatizzante delle bombe Nato sulla ex Jugoslavia (1999) e sulla Libia (2011), dove tra l’altro si è recato giorni fa confidando di essere accolto dai miliziani con un tè al gelsomino e un invito a parlare di Lévinas, invece quelli l’hanno allontanato sparando colpi in aria.
Salvini sfodera i classici: il filosofo “non conosce i 5 milioni di disoccupati italiani”, per cui invece tanto si spende la Lega, i cui dirigenti tengono 5 milioni di spiccioli in Svizzera per le donazioni agli indigenti. BHL ride sprezzante, facendoci venire in mente di quando nel 2017 denunciò al mondo il dramma di possedere troppe case e di dover svendere quella di Tangeri per 6 milioni di euro.
I due si riavvicinano su Erdogan: per BHL “ha un progetto di imperialismo politico”; per Salvini, “il governo italiano è silenzioso di fronte all’aggressione turca”, fatta “con la spada islamica sguainata” (crede che Santa Sofia sia a Carugate). Verso la fine BHL sostiene che se troviamo un vaccino lo dovremo ai migranti (?). Salvini non vedeva l’ora: “Ah, adesso non è grazie ai medici di San Matteo di Mantova!” (che non esiste, casomai di Pavia: questo perché lui conosce il territorio). BHL lo zittisce alludendo ai soldi presi da Putin, Salvini lo irride: “Bla bla bla”. Così impara, BHL, ad accettare queste sfide culturali terra-terra, fermo restando che se Salvini leggesse il suo libro e ne imparasse dei passi a memoria potrebbe dire le stesse stronzate che dice ma con più forbitezza.
mercoledì 29 luglio 2020
Ekkisenò??!
Timone ben saldo!
Le contraddizioni di Fontana. Il conto svizzero non
era dormiente
28 LUGLIO 2020
L'inchiesta camici in
Lombardia: accertati movimenti per centinaia di migliaia di euro tra il 2009 e
il 2013. I pm scavano per capire di chi fossero. Perquisita la società del
cognato
DI LUCA DE VITO
MILANO — C’è una lunga serie di incongruenze nelle dichiarazioni di Attilio
Fontana rispetto a quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Milano. Mentre
i magistrati e i militari della Guardia di Finanza dragano le carte raccolte in
questi mesi e vanno alla ricerca dei camici (ieri sera è stata fatta una
perquisizione presso la società del cognato di Fontana), mettendo insieme i
pezzi dell’indagine e le versioni del governatore ogni giorno si evidenziano
nuove contraddizioni.
Il denaro all’estero
Il primo aspetto riguarda le provviste di denaro depositato all’estero, la
cui prima traccia nel tempo è il trust alle Bahamas aperto nel 1997. Si tratta
dei 5,3 milioni scudati nel 2015, diventati 4,4 oggi e scoperti sul conto Ubs
di Fontana quando ha provato a fare il bonifico per risarcire il cognato. Il
lascito di un’eredità, secondo la versione ufficiale. Il Governatore,
nell’intervista rilasciata ieri a Repubblica, ha dichiarato che i suoi genitori
non hanno mai evaso le tasse, ma come questo possa coniugarsi con la detenzione
illegale di grosse cifre di denaro su un conto svizzero intestato alla madre
non è chiaro. Se fossero stati soldi legalmente portati all’estero, allora non
ci sarebbe stato bisogno di scudarli con i trust alle Bahamas (di cui Fontana
risultava beneficiario) e di redigere una voluntary disclosure nel 2015 per
regolarizzare la posizione. Un’incongruenza che non ha spiegazioni e su cui
Fontana non è riuscito a fare chiarezza.
Di chi sono quei soldi
Un altro aspetto su cui si stanno concentrando gli investigatori, riguarda
la vera natura di quelle cifre detenute all’estero. Possibile che un medico e
una dentista negli anni ottanta avessero tanti soldi in Svizzera? E che bisogno
c’era di utilizzare strumenti come i trust alle Bahamas per schermarli? Il
sospetto è che possa trattarsi, almeno in parte, di soldi dello stesso Fontana.
Un passaggio delicato, perché in caso il denaro avesse altre provenienze
andrebbe a confliggere con quanto dichiarato nella voluntary del 2015 che ha
come causale «eredità». Il riscontro di una dichiarazione mendace
configurerebbe un reato molto grave, il falso in voluntary. Un’ipotesi tutta da
dimostrare con riscontri investigativi per gli inquirenti, ma su cui il
governatore potrebbe sgombrare il campo da subito: sono soltanto soldi dei
genitori quelli? O nel tempo se ne sono aggiunti altri, appartenenti a
qualcun’altro? E lo stesso Fontana ha mai avuto un conto in Svizzera prima del
1997 o ai tempi del primo trust, quando era sindaco di Induno Olona da due
anni?
I movimenti
Le risposte di Fontana sono vaghe e spesso contraddittorie quando si
riferisce alla sua situazione patrimoniale. Ad esempio, nell’intervista
pubblicata ieri da Repubblica, quando parla del conto dei genitori, dice: «Era
un conto non operativo da decine di anni, penso almeno dalla metà degli anni
Ottanta». Affermazione contraddetta da quanto emerso dalla voluntary: da quei
documenti risulta una serie di movimenti registrati tra il 2009 e il 2013.
Prova che il conto è stato attivo, movimentando centinaia di migliaia di euro,
e in un lasso di tempo in cui la madre del governatore aveva tra gli 86 e i 90
anni. Le cifre le ha anticipate la newsletter di Domani: nel 2010 sul conto
svizzero arrivano 129 mila euro, l’anno dopo ne escono circa 500 mila. Nel 2012
ne arrivano 442 mila e nel 2013 altri 200 mila. Un conto tutt’altro che
dormiente, quindi.
Le date della
fornitura
Altre incongruenze emergono poi sul fronte della ormai famosa fornitura di
camici mai portata a termine. In questo caso riguardano le dichiarazioni di
Raffaele Cattaneo (assessore della giunta) e Filippo Bongiovanni (ex numero uno
di Aria) rese davanti ai magistrati. Fontana ha detto lunedì in consiglio
Regionale di non aver saputo dell’affidamento oneroso della fornitura prima del
12 maggio. Smentito da Bongiovanni (che ha informato la segreteria dal 10
maggio) e anche da Cattaneo che ai pm ha detto di aver informato Fontana da
subito. Lo stesso governatore ha detto di aver saputo dall’inizio della disponibilità
di Dama a dare un mano, così come detto per altre quattro aziende: ma perché
allora avrebbe dovuto presumere che si trattasse di una donazione nel caso
della società del cognato se per le altre era pacifico che fossero forniture
onerose?
I camici mancanti
Infine l’aspetto più spinoso che riguarda direttamente il reato per cui
Fontana è indagato, ovvero la frode nelle pubbliche forniture legata alla
mancata consegna dell’ultima tranche di dispositivi. Bongiovanni ha detto ai pm
di non aver chiesto che la fornitura, bloccata dopo la consegna di 50 mila
camici, venisse portata a termine. Avrebbe spiegato che non ne avevano più
bisogno. Nessuno — in Aria come in Regione — ha pensato di far comunque
consegnare i 25 mila camici rimanenti, nonostante in quel periodo il bisogno di
dispositivi di protezione per gli ospedali fosse cogente. Perché rinunciare?
Forse per consentire a Dini di rivenderli e di ridurre l’impatto economico
dovuto alla necessità di stornare le fatture per non intaccare l’immagine di
Fontana? Anche per questo il nucleo valutario della Guardia di Finanza ieri
sera ha sequestrato i camici rimanenti trovati nei magazzini della Dama.
Non vedo l'ora di parlar con loro!
E quindi esiste davvero! Mannaggia a me che tolgo ore col sonno alle navigate gustose come questa. Qui dentro a questo gruppo, QAnon Italia, pascolano più di 18mila, si avete capito bene sono diciottomila, complottisti, la creme, il succo concentrato di tutti coloro che, una prece, hanno devoluto le proprie sinapsi all'aria fritta ad minchiam!
Per intenderci sono quelli che oggi dicono:
"La falsa pandemia è un progetto di governo mondiale. E' in atto una strategia di tensione globale. E' la lotta del bene contro il male. "
Sono quelli che scrivono
"il vaccino Ogm di Bill Gates è eugenetica nazista. E' un progetto di estinzione delle razze animali non desiderate. Per Gates l'uomo è indesiderato: sogna un mondo transumano"
I loro modelli sono i grassoni statunitensi pro Yellow Idiot, il sarcofago dell'ignoranza che una concatenazione di eventi, tra cui il QI della maggioranza degli americani a livello sottobosco, ha posto sullo scranno più potente, apparentemente, del globo.
E questi complottisti si sono radunati sotto gruppi come questo. E io che continuavo a perdere tempo in serie tv e giornali! Questa è una meraviglia! Ardo argomentare con qualcuno di questi totalmente fuori di cabina! E' diventato lo scopo prioritario della vita. Magari avrò anche la fortuna di incontrare qualche terrapiattista! Solo al pensiero che possa passare una serata a chattare con un terrapiattista che magari pensa che Papa Bergoglio sia Satana, che "i Gates e i Clinton sono ghiotti di adenocormo" (si, si, si!!! Dicono questo lì dentro!!!) ovvero adrenalina ossidata e compiono rituali satanici (mi rifiuto di scrivere con chi) per prelevargli questo composto chimico per l'eterna giovinezza.
Quindi da oggi stop alle cazzate. Impegno e dedizione. Debbo entrare lì dentro. Prima cosa da fare: un profilo fake che mi permetta di far parte del gruppo più fuori di testa incontrato finora. Ssssst! al lavoro! Passo e chiudo!!
Vi far sapere gli sviluppi naturalmente...
martedì 28 luglio 2020
Finale malsano
Risvegli
Stipiti ed intese
lunedì 27 luglio 2020
Daiiii
Cari Bimbi
domenica 26 luglio 2020
Non so a voi, ma a me...
Ci ritorno stomachevolmente
Meraviglia felina
Parole sante sull'Amaca
L’amaca
Il rifugio segreto
di Michele Serra
Uno dei misteri dei nostri anni è la frequenza con la quale malfattori di ogni ordine e grado lasciano prove delle proprie imprese, filmando e fotografando ciò che può costare la galera come se un impulso irresistibile cancellasse ogni scrupolo di prudenza in favore della gioia insopprimibile di alimentare il loro show.
Anche i carabinieri di Piacenza hanno fatto lo stesso fatale errore, confezionando selfie con ventagli di banconote che facevano corona alle loro facce ridenti. Prima di loro fior di bulli hanno immortalato il loro bullismo, stupratori i loro stupri, torturatori le loro torture, ultras i loro pestaggi, pirati della strada le loro imprese a 200 all’ora, eccetera.
Forse è una nemesi. Chi di narcisismo ferisce, di narcisismo perisce. Nell’ossessione di mostrarsi alla fine ci si mostra per davvero, e ci si mostra tutti interi, irrimediabilmente, senza che una regia sorvegli, un pudore soccorra, una madre o un padre dica: per carità, non farlo. Tutto è in mostra: il ghigno ottuso, l’ossessione dei soldi, il piacere della violenza, la vanità patetica, infine l’incoscienza beota con la quale ci si offre alla presunta ammirazione del mondo senza pensare che il mondo non sempre è obbligato ad ammirarci. Non solo i criminali, che sono pochi, anche gli imbecilli, che sono un oceano, intasano i social di cose che aggravano la loro posizione.
C’è un rifugio fin qui ovvio, aperto a tutti, assolutamente gratuito, che minaccia di diventare un posto segreto, per pochi privilegiati. È l’assenza. Salverebbe tante reputazioni, forse intere vite.
La Fontana Travagliata
sabato 25 luglio 2020
Dialoghi interni
Non è nulla!
Come un gatto attaccato ai maroni
Semplice: cerchi uno spiraglio, un pertugio in grado di riportare quella tensione che un domani chissà, e per questo stai accendendo ceri e lumini a nastro, potrebbe portare finalmente alla tanto agognata crisi, per riportare la tua associazione al centro del tavolo, in attesa del taglio dell'immensa torta in arrivo il prossimo anno da Bruxelles.
E allora il RancoBonomi spara il titolone, mettendo in bocca al ministro dell'economia il dubbio che la cassa comune cominci a scricchiolare e di conseguenza il famigerato Mes, essenziale.
Ma a RancoBonomi non gliene frega nulla sia del Mes e della ipotizzata crisi di liquidità statale. Sa bene infatti che quel prestito è il ganglio scatenante l'ira dei pentastellati e, conseguentemente, i marosi tra loro ed il PD.
RancoBonomi usa quindi la stessa tattica degli anni passati, tanto rimpianti da tipi come lui, dove tutto appariva libero da scelte e decisioni, ed invece solo pochi potentati, supportati dai giornaloni dell'epoca che poi sono gli stessi di oggi anche se molto depotenziati, ci indicavano la rotta da seguire, agguantando il malloppo e lanciando brioche a noi babbani. In pratica il sistema tecno-pluto-rapto-finaziario, bignamicamente per quelli alla bonomi per intenderci.
venerdì 24 luglio 2020
Mare montano
Ancora il 2 agosto
Già la Cia, e poi il banco Ambrosiano e gli 85 morti dilaniati dalla bomba fascista. Ci dovremmo fermare tutti a riflettere su questa vicenda, ancor più perché tra non molto, il 2 agosto ricorrerà l'ennesimo anniversario, infarcito e beffeggiato dalle solite parole di circostanza, ormai eclatanti prese per il culo per parenti e vittime.
Quello che ancor più dovrebbe essere chiaro, limpido, alla portata di tutti è quel malefico elenco degli iscritti alla famigerata P2, orchestrata dal bastardo per fortuna scomparso. Che dire: sfogliate l'elenco e tra un Calvi e un Sindona, arriverete a "lui", tessera numero 625, che stanno tentando nuovamente di riabilitare, perché tanto buono, saggio e padre nobile!
Il burattinaio foraggiante stragi aleggia ancora nelle occulte nicchie del perverso potere di stampo fascista. Una nazione libera si dovrebbe ripulire dei tanti, troppi, cospiratori che continuano ad infestarla con trame ottenebranti la ragione. Finché non si comprenderà pienamente la porcilaia che infestò le istituzioni non si potrà parlare di democrazia e, soprattutto, di rispetto doveroso alla memoria delle vittime, assassinate per mano fascista e piduista. Stessa brodaglia, appunto.
giovedì 23 luglio 2020
Nella quotidianità
Cavoli a merenda
mercoledì 22 luglio 2020
Inimitabile!
Perché leggiamo?
Dopo questa convinzione centrale che, durante la mia lettura, compiva incessanti movimenti dall'interno all'esterno, verso la scoperta della verità, venivano le emozioni suscitate in me dall'azione a cui prendevo parte, giacché quei pomeriggi erano più densi di avvenimenti drammatici di quanto spesso non sia tutta una vita. Erano gli avvenimenti che accadevano nel libro che stavo leggendo; è vero che i personaggi cui si riferivano non erano «reali», come diceva Françoise. Ma tutti i sentimenti che la gioia o la sventura di un personaggio reale ci fa provare non si producono in noi senza la mediazione di un'immagine di quella gioia o di quella sventura; la genialità del primo romanziere fu di comprendere che, nel meccanismo delle nostre emozioni, poiché l'immagine è il solo elemento essenziale, la semplificazione consistente nel sopprimere puramente e semplicemente i personaggi reali avrebbe costituito un perfezionamento decisivo. Un essere reale, per quanto profondamente possiamo simpatizzare con lui, è percepito in gran parte dai nostri sensi, vale a dire resta opaco per noi, offre un peso morto che la nostra sensibilità non può sollevare. Se una disgrazia lo colpisce, potremo esserne commossi solo in una piccola parte della nozione totale che abbiamo di lui; di più, lui stesso potrà esserlo solo in una parte della nozione totale che ha di sé. La trovata del romanziere è stata di aver pensato di sostituire quelle parti impenetrabili all'anima con una uguale quantità di parti immateriali, tali cioè che la nostra anima possa assimilarle. Che importa allora se le azioni, le emozioni di questi individui di una nuova specie ci appaiono come vere, dal momento che le abbiamo fatte nostre, che si producono in noi, che tengono sotto il loro controllo, mentre voltiamo febbrilmente le pagine del libro, il ritmo del nostro respiro e l'intensità del nostro sguardo. E una volta che il romanziere ci ha messi in questo stato, nel quale, come in tutti gli stati puramente interiori, ogni emozione viene decuplicata, e il suo libro provocherà in noi un turbamento simile a quello di un sogno, ma un sogno più chiaro di quelli che facciamo dormendo e che nel ricordo durerà di più, allora, eccolo scatenare in noi, per un'ora, tutte le gioie e tutte le sventure possibili, di cui nella vita impiegheremmo anni a conoscerne qualcuna, e le più intense non ci sarebbero mai rivelate, perché la lentezza con la quale si producono ce ne toglie la percezione; (così, il nostro cuore muta, nella vita, ed è questo il dolore più grande; ma noi lo conosciamo solo nella lettura, con l'immaginazione: nella realtà esso muta, così come si producono certi fenomeni naturali, abbastanza lentamente, perché, se possiamo constatare successivamente ciascuno dei suoi diversi stati, in compenso la sensazione stessa del mutamento ci sia risparmiata).