Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
martedì 30 giugno 2015
Confronto
Ahahahah
lunedì 29 giugno 2015
Ma guarda che strano!
Improvvisamente come un calcio in culo di un ronzino mansueto, Angela Merkel proclama a gran voce teutonica: "Se fallisce l'euro fallisce la Comunità Europea"
Azz!
E Juncher dal passato consigliere per evadere le tasse ai ricconi, di rimando "Chiederò ai greci di votare si al referendum!"
Che sta succedendo se perfino Obama ha chiamato Merkel esortandola a salvare i greci?
Già! Che sta succedendo nel mondo? Come mai questo improvviso cambio di marcia, questo accudire un paese a cui a nessuno è mai fregato una mazza?
Parrebbe semplice!
Ci sono due signori che hanno aguzzato ingegno ed orecchie, che sognerebbero di poggiare piedi e magari armi nel bel mezzo dell'Europa, ed è quello su cui Tsipras non troppo velatamente fa leva per convincere i diversamente europei, vedi banche ed affini, a non lasciar morire la Grecia.
Chi sono questi due signori?
Bè non è difficile immaginarlo...
2015?
La tradizione può essere causa frenante di una modernità benefica che trasformi arcaiche norme bisunte di piaggeria, in occasioni di sviluppo sociale?
Leggendo i resoconti di un pranzo alla presenza della Regina Elisabetta, parrebbe di no.
Ci sono delle regole centenarie che paiono non solo obsolete, fuori moda ma addirittura contro un tentativo di smitizzare "dei" che, incarnando il simbolismo, frenano "l'umanizzazione dell'umanità".
Sapevate ad esempio che se vi trovaste a tavola con la Regina non potreste mangiare nulla prima che ella inizi? Bè si ci può stare: una buona norma così la si applica anche ad esempio se venite invitati a casa di qualcuno.
Ma... la regola dice che quando è servito il primo la Regina parli con chi ha alla sua destra, ossia l'ospite più importante. E una volta che arriva il secondo, parlerà con l'ospite alla sua sinistra. E prima di ciò nessuno potrà parlare, come in un assurdo collegio!
Hamilton ospite alla sinistra ad esempio è stato redarguito perché ha iniziato a parlare di sua spontanea iniziativa, senza aspettare il turno stabilito dal cerimoniale.
E quando la Regina passa a quello alla sua sinistra tutti gli invitati parlano con quello alla propria manca.
Nessuno può continuare a mangiare una volta che la sovrana abbia terminato il pranzo. Per ovviare a questa norma a volte Elisabetta si fa portare un'insalata che lascia sul piatto in modo che gli invitati possano continuare a mangiare.
E se per caso Elisabetta volesse essere sollevata dal desco che reputa non consono alla sua persona, ha un messaggio inequivocabile da trasmettere alla servitù: appoggiare la borsetta per terra. Quello è il segnale! Subito dopo qualcuno, con una scusa, le si avvicinerà facendola alzare e liberandola.
Sorge una domanda spontanea: ma lasciarla mangiare da sola, lei e tutte quei codicilli che infangano lo sviluppo e la marcia verso una crescita sociale, no?
Sfotti che cambia
domenica 28 giugno 2015
A proposito di Kiko!
Un illuminante articolo del sociologo Marco Marzano...
Al Family Day di sabato scorso ha parlato per ultimo come sempre fanno i capi nei comizi. E ha parlato tantissimo, quasi un’ora, molto più a lungo di tutti gli altri oratori. È Kiko Arguello, il leader assoluto dei neocatecumenali, il gruppo che egli stesso ha fondato quasi mezzo secolo orsono: un’organizzazione ipergerarchica, con una catena di comando quasi militare che risponde a lui, l’ex pittore spagnolo non propriamente di successo, rivelatosi uno straordinario evangelizzatore; prima nei quartieri popolari di Madrid e poi in Italia, sua patria di elezione.
SUL TERRITORIO
La loro crescita si deve all’appoggio di Giovanni Paolo II. Ma è una crescita che desertifica le parrocchie
All’inizio, i seguaci di Kiko hanno vissuto nella semi clandestinità, coagulati attorno a poche parrocchie e in particolare a quella romana intitolata ai Martiri canadesi. La svolta, come per gli altri movimenti ecclesiali, è arrivata con il pontificato di Giovanni Paolo II. Il papa polacco sviluppò verso l’organizzazione di Kiko un affetto particolare, ricambiato: tantissime le volte in cui li ha incontrati, soprattutto nelle parrocchie romane e sempre massiccia la loro partecipazione alle Giornate Mondiali della Gioventù o alle grandi adunate di massa indette dal wojtyliano Cardinal Camillo Ruini.
ORGANIZZAZIONE GERARCHICA
Decide tutto il leader, dalla catechesi all’uso delle risorse frutto delle donazioni, i preti contano poco e niente
Si dice che il braccio destro di Kiko, Carmen Hernandez, avesse un accesso talmente privilegiato in Vaticano da vedersi consentita, privilegio rarissimo, la possibilità di trascorrervi la notte, che disponesse lì di una sua cameretta. Il favore con cui Giovanni Paolo ha guardato al movimento ne ha consentito l’enorme crescita. Una crescita maligna però, perché uccide tutte le creature sociali circostanti, a partire dalle parrocchie, desertificate e impoverite quando arriva il Cammino.
Quello neocatecumenale è un percorso iniziatico finalizzato, così sostiene Kiko, a riscoprire la purezza della propria fede cristiana. Le tappe di questo lunghissimo cammino (dura più di dieci anni) sono state tutte partorite dal genio organizzativo di Kiko, al pari dei canti (molto importanti nella vita dell’organizzazione) e delle immagini che appaiono nei luoghi dove il Cammino si è insediato. Kiko è anche l’autore delle catechesi, gli ammaestramenti che i dirigenti dell’organizzazione somministrano agli adepti. Nel Cammino sono ridotte al minimo le differenze locali, la creatività e l’intelligenza personali: le parole del capo echeggiano a ogni latitudine. Sempre uguali. Le nenie ripetute si fanno gergo, diventano standard, finiscono col sostituire il linguaggio comune.
Un prete mi disse una volta che lui riconosceva i catecumenali in confessione dall’uso ossessivo di certe parole. È un lento processo di svuotamento della soggettività e della libertà quello che praticano i neocatecumenali. Il futuro adepto viene attirato da uno striscione all’esterno di una parrocchia dove si invita a frequentare una "catechesi per adulti". O, più spesso, convinto a parteciparvi da qualche parente o conoscente. All’origine della scelta c’è sovente una crisi personale o il desiderio di compiere un’esperienza spirituale intensa, un’ansia di conversione.
Le prime catechesi sono introduttive, il nome di Kiko e della stessa organizzazione non viene fatto mai o quasi. Terminano con un weekend di convivenza, nel quale nasce ufficialmente "la comunità", quella cellula sociale destinata a vivere insieme per decenni. E a condividere tutto: le convinzioni profonde, prima tra tutte "l’apertura alla vita" e cioè il figliare senza limiti, la fedeltà a Kiko, il denaro (i membri del Cammino sono caldamente invitati a devolvere all’organizzazione una parte del loro stipendio) e soprattutto la vita intima, i segreti più riposti. Già negli incontri settimanali tutti i "fratelli" e le "sorelle" rivelano agli altri gioie e patimenti, problemi e speranze. Ma è durante i famigerati "scrutini", nel passaggio da un livello iniziatico a quello superiore, che la vita degli adepti viene vivisezionata, che costoro sono invitati a elencare di fronte al resto della comunità i loro peccati. Ai quali si aggiungono quelli indicati dagli altri membri che, esortati dai catechisti, riferiscono, faccio un esempio che mi è stato riportato da un partecipante, di aver visto lo scrutinando in compagnia di una donna che non era la moglie o di averlo udito bestemmiare. Eccetera.
Anche la liturgia è stata ridefinita da Kiko. Se un cattolico "normale" entrasse in Chiesa durante una messa neocatecumenale penserebbe di essere finito in un tempio non cattolico. E forse è proprio così. Per questo motivo, le funzioni si svolgono il sabato sera, alle 21. Sulla carta sono aperte a tutti i cattolici, ma ci vanno solo i membri della comunità. In ogni caso, per organizzarle serve il consenso del prete. Ancor meglio se il prete medesimo diventa catecumenale, in modo che possa consegnare al movimento l’intera parrocchia.
I sacerdoti contano pochissimo nel Cammino: sono equiparati agli altri fratelli; devono, al pari degli altri, far parte di una comunità e percorrere le tappe dell’iniziazione. La principale funzione loro attribuita in esclusiva è la celebrazione eucaristica. I preti servono in realtà al Cammino soprattutto per penetrare in parrocchia, per colonizzarne ogni interstizio. Un certo numero di preti si è in questi anni convertito al Cammino: molto spesso in conseguenza della solitudine o della disperazione di fronte allo svuotamento delle chiese. I nuovi preti si stanno invece formando nei seminari Redemptoris Mater che Kiko ha ottenuto l’enorme privilegio di aprire per formare propri sacerdoti.
L’allergia al "genere" che Kiko condivide con tanti partecipanti alla manifestazione di sabato è, almeno nel suo caso, soprattutto allergia alle donne, alle loro aspettative di contare come i maschi. Anni fa ho intervistato una ragazza single ex catecumenale che mi raccontò di essere stata invitata dai dirigenti del Cammino ad accompagnare una "famiglia in missione" di evangelizzazione all’estero e lì di essere stata costretta ai lavori più umilianti, alla completa sottomissione all’uomo capofamiglia. E non è certo un caso isolato.
Non stupiscono le parole che Kiko ha implicitamente indicato nelle "donne che privano i loro mariti dell’amore" le principali responsabili dei femminicidi. Più sorprendente, nell’intervento di Kiko, la nota polemica verso il segretario della Cei Galantino, accusato di pensare troppo alla "cultura" e al "dialogo" e meno alla drammatica situazione della fede in Europa. Credo si tratti di un attacco a nuora per colpire suocera, cioè di un attacco al papa, le cui intenzioni riformatrici, Kiko e tutto lo schieramento conservatore, vedono come gratuito omaggio ai nemici del cristianesimo.
Se il papa fosse il nemico numero uno di tutti costoro, rimane da chiedersi perché, con calma certo, ma non troppa, il papa non riservi loro il trattamento che Giovanni Paolo II, da una posizione opposta, riservò ai suoi avversari più tenaci, al gesuita Padre Arrupe o a quei teologi della liberazione a suo tempo sconfessati ed emarginati. Sarebbe un’azione autoritaria. Ma forse salverebbe la Chiesa Cattolica dal diventare quella di Kiko.
Vamos!
Vai Grecia apri la pista per stravolgere questa Europa che di comunità non ha nulla, retta da uno che nel suo micro paese tutto banche e niente poesia, insegnava alle multinazionali ad evadere le tasse, che ricadevano sui comuni mortali.
Vai Grecia che finalmente conosceremo come Mortadella assieme ad altri idioti ti fece entrare lo stesso in questa falsa comunità, pur con debiti già enormi, in nome della madre di tutte le inchiappettate, questo strapotere del sistema bancario che in nome di stabilità chiede sempre sangue ai deboli per riempire i forti, vedi Merkell e company.
Vai Grecia rompi questi schemi nausesanti di coloro che si sono costruiti la sede generale della banca centrale alla modica cifra di un miliardo di euro, pagato da noi!
Vai Grecia inizia questa giusta causa: le esigenze dei popoli prima dei forzieri di pochi!
Viva la libertà, il popolo sovrano, il benessere di tutti gli europei!
Dixit
(Antico proverbio babilonese pare scritto da Ciro il Grande)
sabato 27 giugno 2015
Sport!
venerdì 26 giugno 2015
Prove tecniche 2
Asciugandosi palme e dorsi con un piccolo telo spugnoso riposto successivamente nell'apposito cesto, s'accorse mirando dalla pila di quelli intonsi per successive lavate, che la signora al centro del locale, chiudendo la comunicazione e sepolti i suoi preconcetti di superiorità e snobismo, stava per rivolgergli favella, tentando un dialogo con un preciso scopo, femminile del precedente.
Che bel lavoro!
Tra tante occupazioni privilegiate, una a parer mio è sul podio: l'astronomo.
Non tanto per l'agio dell'assenza di stress, di incombenza di pratiche da chiudere, di corsa ad appuntamenti ineludibili, a riunioni psicolabili ove la ragione primaria di tutto sta nel soccombere colleghi e strategie per emergere.
No, niente di tutto questo.
L'assenza di osservazioni, di dubbi, di diatribe sui dati è la miglior caratteristica del lavoro di astronomo.
Un esempio?
Proprio ora il sistema di radiotelescopi Alma situato nel deserto di Atacama in Cile, ha annunciato che l'equipe guidata dal ricercatore Kyoko Onishi, ha elaborato un nuovo sistema per la pesatura di un enorme buco nero che si trova nella Galassia NGC 1907. La sua massa è stata calcolata attraverso un'innovativa procedura in 140 milioni di volte quella del Sole!
Il buco nero peserebbe 27 con dietro 37 "zeri" di Kg!!!
Per un raffronto il buco nero presente nella nostra galassia sarebbe 35 volte più piccolo!
A parte questi dati incredibilmente grandi, colpisce appunto la mancanza di qualcuno, sempre presente invece in quasi tutte le altre situazioni lavorative presenti sul pianeta, che si alzi e dica: " non sono convinto! A mio parere il buco nero pesa 27 con dietro 35 zeri!" o un altro che invece sia convinto che del peso maggiore!
E se anche vi fosse qualche astrofisico polemico, lascerebbe stare per immergersi in un altro degli infiniti corpi stellati dello Spazio!
Praticamente il Cielo consiglia a tutti di farsi gli studi propri senza interferire in quelli degli altri! Dovrebbe essere una regola universalmente riconosciuta, invece...
Osservi qualcosa, lo pubblichi e zak! Il gioco è fatto! Attorno a te il silenzio placido simile a quello dell'Universo!
Che spettacolo!
Mi immagino questi ricercatori come quella pubblicità di un famoso whisky che per ingannare l'attesa dell'invecchiamento, lanciavano i tappi dentro una botte!
I nostri amici delle stelle, in più, lo fanno al barlume del cielo stellato in totale assenza di impomatati scalpitanti e tacchi 20 ticchettanti!
Woooooow!
Archeologia
Nella foto un reperto di un'antica colonna fenicia in una spiaggia di un'isola greca che credo valga la pena di visitare al più presto (non per altro ma perché il gioco delle maree rischia di sommergere il tutto).
Sì, forse ci siamo...
Un pensiero comune del tipo "però è uno che le cose le fa"
Se così fosse, direi che ci siamo quasi...