lunedì 29 giugno 2015

Sfotti che cambia


Ecco cosa può salvare il calcio: lo sfottò ovvero la presa per i fondelli bonaria e pacifica di tifoserie antagoniste, come questi doriani che, noleggiato un aereo, gli hanno fatto percorrere due volte la Liguria con appeso uno striscione sfottente l'esclusione dalle coppe degli acerrimi rivali genoani.
Chi scrive in tempi lontani tornando da Cesena si era ritrovato nel portone un enorme B provocante dolore in maniera chirurgica molto più dolorosa di schiaffi e calci.


Lo sport nazionale va riportato in questi meandri inesplorati, riuscendo a riappropriarsi di commenti e giudizi oggi in mano ad impomatati ricconi auto-convintisi di essere stai illuminati dalla dea Eupalla, svelandoci tattiche ed errori, senza capirci essenzialmente una mazza. 

Il calcio si deve rifondare partendo dalle diatribe sane dinnanzi ad un litro di birra circestense, deve riascoltare i pensieri ed i desideri di coloro che lo vivono come realmente è, un gioco, deve svuotare tribune tronfie di portoghesi che vanno a vedere un incontro profuma-ti/te come bagasse del porto tra flash ed occhiatine, solo per il gusto (o la necessità) di comparire, di esserci. 


Soprattuto dovrà svuotare le curve, bonificandole, imponendo una presenza maggioritaria di allegri filibustieri pronti a sfottere chiunque, eliminando inoltre il deismo presente negli spogliatoi, con attori tanto gasati da non comprendere più la vera essenza bonaria della loro occupazione, questo correre dietro ad un pallone, attualmente ancora in mano purtroppo a famelici orchi onnivori, vulgo Blatter e company.


Nessun commento:

Posta un commento