domenica 29 settembre 2024

Apparentemente largo

 

Il Campo Lagna
di Marco Travaglio
Il pallosissimo feuilleton dal titolo “Campo Largo”, volge finalmente al termine. E avrebbe evitato di fracassarci i santissimi per mesi se i suoi leader o aspiranti tali avessero chiarito cosa intendono con quella ridicola espressione bucolico-agronomica. C’è chi l’ha detto fin dall’inizio: Conte, Fratoianni, Bonelli, Calenda e Renzi; e chi tuttora non lo dice, preferendo parlare per supercazzole: la Schlein. Con una complicazione aggiuntiva: quelli che l’han detto con chiarezza lo intendono in maniera diversa l’uno dall’altro. Conte, Bonelli e Fratoianni vogliono un’alleanza tra forze compatibili, quindi non con Renzi e, quanto a Calenda, dipenderà dalle sue prossime evoluzioni. Neppure Calenda vuole Renzi (gli è bastata la sanguinosa “alleanza” del 2022), ma non esclude gli altri, anche se il suo programma è incompatibile con molti di loro. Renzi, respinto con perdite dalla destra, è talmente disperato che pur di tornare nel centrosinistra (cioè in Parlamento con immunità incorporata) digerisce di tutto. Poi c’è l’enigma della sfinge: la Schlein, che parla e lascia parlare Renzi come se avesse con lui un patto d’acciaio, ma s’è scordata di avvertirne gli alleati. Che se lo ritrovano fra i piedi dappertutto, insalutato ospite, senza capire chi l’ha invitato, mentre lui spiega che l’ha cercato Elly. Ma guai a domandarle se è vero, e quando, e perché, e su quali basi, clausole e condizioni: lei risponde tutta offesa che “basta veti” all’uomo dei veti. L’altro giorno i 5 Stelle, che in Liguria avevano sacrificato il loro Pirondini per unirsi a Orlando a patto che non ci fosse Iv, si sono ritrovati una lista piena di renziani camuffati da centristi. E Orlando ha dovuto depennarli in extremis con l’aria stupita, come se Conte non gli avesse detto che non li voleva. Intanto la Schlein intimava a M5S e Avs di non votare un organo di garanzia come il Cda Rai perché Pd e Renzi avevano deciso di sabotare la legge voluta da loro. E, siccome quelli l’hanno votato, li hanno accusati e fatti accusare di tradimento.
Ora, il feuilleton ha strarotto gli zebedei e non può durare altri tre anni, quanti ne mancano alle Politiche (salvo sorprese). È il caso di darci un taglio. I leader di opposizione si parlino e si diano appuntamento al 2027 o a quando sarà: per fare opposizione non servono alleanze, campi larghi o stretti o così così. Ognuno si oppone come può, poi fra tre anni i superstiti si siederanno a un tavolo e decideranno cos’è meglio per non rimandare le destre al governo. A naso, la soluzione è un contratto come quello fra 5Stelle e Lega del 2018 e quello fra 5Stelle e Pd del 2019: pochi obiettivi chiari e condivisi. E il premier lo decidono le primarie allargate ai partiti che ci stanno. Nel frattempo la lagna del Campo Largo è abolita per sfinimento degli italiani.

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