martedì 12 dicembre 2023

L'Amaca

 

Perché la Digos non li identifica?
DI MICHELE SERRA
Poiché tra i compiti della Digos c’è “tenere sotto controllo l’attività degli estremisti politici”, alla Scala gli agenti in servizio avrebbero dovuto identificare il Salvini: era sicuramente, tra i presenti, il più ostile ai valori costituzionali. (Al contrario, il grido “viva l’Italia antifascista” è quanto di più legalitario si possa affermare).
E un’altra persona che, se fossi la Digos, identificherei all’istante, per dovere d’ufficio, è la sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ovviamente leghista, che nega agli immigrati islamici regolarmente al lavoro nella sua città (senza i quali l’economia locale, dunque anche buona parte degli elettori della sindaca Cisint, sarebbero sul lastrico) la libertà di culto sancita dall’articolo 19 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto”. Non una facoltà delle autorità o una gentile concessione: un diritto.
Tra i suoi tanti pregi, la nostra Costituzione (scritta, va ricordato, da socialisti, cattolici, comunisti, repubblicani, democristiani, liberali, azionisti, dunque da tutte le componenti della nascente democrazia italiana) ha la nitidezza della lingua usata per scriverla.
Vietare a seimila persone residenti in Italia (tanti gli islamici di Monfalcone) la libertà di culto è una violazione gravissima della Costituzione italiana.
Non è una mia opinione. È la base, nero su bianco, della nostra convivenza. La sindaca Cisint, e i leghisti in genere, parlano chiaro anche loro: dei valori costituzionali se ne fregano. Chissà se la Digos ha facoltà di agire autonomamente, o deve attendere ordini dai ministeri competenti.

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