venerdì 16 giugno 2023

Il Melusconi

 

Il governo Melusconi
di Marco Travaglio
A funerali avvenuti, il governo Melusconi seppellisce anche la Giustizia e fa sapere che B. è morto, ma il berlusconismo è vivo e lotta insieme a loro. Diversamente dai tanti parenti e dai pochi amici davvero commossi, il ceto politico-giornalistico-prenditoriale che concelebra il triduo di canonizzazione nell’indifferenza della stragrande maggioranza degli italiani versa lacrime fasulle, ciniche e pelose: quelle del chiagni e fotti. Più che al defunto, bada agli affari propri. Santifica l’uomo dei delitti passati per giustificare i propri, presenti e futuri. Se passa l’idea che ci si può iscrivere a una loggia occulta, finanziare la mafia e tenersela in casa, frodare il fisco, falsificare bilanci, pagare premier, ministri, finanzieri, giudici, testimoni, senatori e minorenni, entrare in politica per depenalizzare i propri reati, dimezzare la prescrizione, minacciare toghe, cambiare 60 leggi per non doverle più neppure violare, usare i propri avvocati per scriverle e moltiplicare i legittimi impedimenti, mandare in galera gli amici al proprio posto e riempirli di soldi, beccarsi una condanna definitiva e passare pure per santo, vale tutto per tutti. Infatti il Melusconi coglie la salma al balzo, prima che si freddi troppo, per partorire una schiforma della giustizia che è persin peggio di quelle di B.. Con l’aria di rendergli un “tributo” (mai termine fu più appropriato), passa dalle leggi ad personam a quelle ad personas: sparito lui, gli affaristi da salvare sono un esercito. Via l’abuso d’ufficio, così gli amministratori pubblici possono regalare i miliardi del Pnrr a parenti e amici (degli amici). Via l’appello del pm, ma non dell’imputato: l’unica sentenza giusta è l’assoluzione. Via le intercettazioni dai giornali: così, oltre a farla franca, i ladri di Stato passano per gigli di campo e la stampa può dedicarsi alle rubriche di giardinaggio. Poi un tocco di classe che sarebbe piaciuto a B., anche se neppure lui ci aveva pensato: per arrestare uno bisogna avvisarlo cinque giorni prima convocandolo per interrogarlo. Così i furbi scappano e i processi si fanno solo ai fessi, sempreché non vengano dichiarati infermi di mente per non essere fuggiti.
Il mondo alla rovescia creato da B. a sua immagine e somiglianza diventa democratico e tutti possono approfittarne. Dopo Mieli, pure Buccini si pente pubblicamente per lo scoop del ’94 sull’invito a comparire a B.: un colpaccio che all’estero vale il Pulitzer, ma qui è un peccato mortale. La Schlein, appena uscita dalla beatificazione di B., tuona contro la beatificazione di B.. E il Foglio e Rep se la prendono con l’unico leader assente al Funeral party: Conte, che durante le esequie era al ristorante e per giunta mangiava (baccalà). Violando il precetto di digiuno da Venerdì Santo,il lutto nazionale e pure il Nanadàn.

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