Dire straits
di Marco Travaglio
“Dire straits” non è solo un mitico gruppo rock. È anche la situazione delle truppe ucraine secondo uno dei cablo del Pentagono finiti online: letteralmente – scrive il NYT – “condizioni più disperate di quanto il governo ucraino riconosca pubblicamente”. Motivo: “Senza un afflusso di munizioni, il sistema di difesa aerea che ha tenuto a bada l’aviazione russa potrebbe presto crollare, consentendo a Putin di scatenare i suoi aerei da combattimento così da cambiare il corso della guerra”. Ma anche nuove munizioni potrebbero ben poco contro l’aviazione russa, tuttora intonsa. I leaks dal sen fuggiti confermano più crudamente ciò che il gen. Mark Milley, capo di Stato maggiore Usa, ripete da mesi inascoltato. Cioè che è impensabile la prospettiva su cui si basa tutta la strategia Usa-Nato-Kiev di respingere e sabotare ogni ipotesi di negoziato e financo di cessate il fuoco: una vittoria ucraina a breve o a medio termine, che liberi le quattro regioni occupate dai russi negli ultimi 13 mesi e persino la Crimea. Il giochino degli Usa che accusano Kiev di nascondere il reale andamento della guerra è finito: dai cablo risulta che centinaia di soldati Nato combattono in Ucraina e conoscono la situazione, casomai non bastassero i satelliti e lo spionaggio Usa sui governi sudditi (ucraino, sudcoreano e altri). Biden sa tutto, ma continua a fingere che Kiev stia per vincere e a illudere il popolo ucraino perché si faccia sterminare un altro po’ anziché spingere Zelensky a negoziare almeno un armistizio.
Questa politica criminale, che fa scopa con quella di Putin (il fattore tempo gioca per lui), non incontrava finora alcun ostacolo in Europa: cioè l’area che, insieme all’Ucraina, paga il prezzo più alto di questa guerra senza fine né sbocchi. Ma ieri ha parlato Macron: “La trappola, per noi europei, sarebbe quella di ritrovarci invischiati in crisi che non sono le nostre”, dall’Ucraina a Taiwan, “proprio mentre riusciamo a chiarire la nostra posizione strategica e siamo più autonomi di prima della pandemia. In un mondo segnato dal duopolio Usa-Cina, finiremmo per diventare vassalli anziché costituire un terzo polo”. Mosca ha risposto che la Francia non può mediare fra Russia e Ucraina perché è “implicata nella guerra”. Ma non lo sarebbe più se Parigi smettesse di armare un esercito in “condizioni disperate” e altri governi Ue, a cominciare dai cofondatori Germania e Italia, lo seguissero. Per noi era già chiaro un anno fa, ma ora che lo scrivono anche gli Usa dovrebbe esserlo per tutti: i veri amici degli ucraini sono quelli che vogliono il negoziato, anche a costo di compromessi, per salvare il salvabile in termini di territori e vite umane; non chi li arma per spingerli al suicidio assistito.
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