Seriamente
di Marco Travaglio
Amanti come siamo degli ossimori, ci stiamo appassionando al “Polo della serietà”, come lo chiamano Calenda&Renzi da quando hanno scoperto che il presunto “Terzo Polo” ne ha una dozzina davanti. In nome della serietà, lo statista pariolino propone agli altri leader di sospendere la campagna elettorale per il rincaro del gas, come se fosse un fenomeno improvviso e inatteso (se n’erano accorti tutti da mesi, tranne Draghi e le sue agende ambulanti) e come se qualche giorno di silenzio dei politici – peraltro auspicabile – potesse abbatterne il prezzo. Ma è sulle candidature che la sua serietà emerge in tutto il suo fulgore: le liste del Polo della Serietà sono un po’ peggio del bar di Guerre stellari, infatti Carletto declina ogni responsabilità, come se i candidati avessero fatto tutto da soli. Stefania Modestino D’Angelo, capolista a Caserta, dava giustamente del “pinocchio” a Renzi e del “cameriere” a Macron, mentre fra il “traditore” Zelensky e Putin sceglieva senza indugi il secondo. Calenda non fa un plissé: “Non abbiamo controllato i social. La signora resta in lista, ma dovrà limitare le attività: non si occuperà di politica estera”.
Soluzione geniale, ma soprattutto “seria”, applicabile a tutti gli altri candidati di Calenda all’insaputa di Calenda. Tipo Angiolo Di Lena, l’ex leghista che definiva il Covid “grande truffa” e il distanziamento “fascismo”, dunque candidato centrista in Puglia per Calenda, che dice di averlo “appreso dai giornali”: basterà che non si occupi di Covid e di sanità in genere. L’ex FI Giuseppe Castiglione, imputato per corruzione e quindi capolista calendiano a Catania, non dovrà occuparsi di legalità, ma solo di illegalità. Invece Gianni Pittella, passato dal Pd che non l’ha ricandidato a Calenda che l’ha ricandidato, ha due condanne della Corte dei Conti per uso illecito di rimborsi pubblici e un processo in appello per falso e abuso sulle nomine sanitarie: non dovrà occuparsi di rimborsi né di nomine, ma potrà eventualmente affidarli a Castiglione. La capolista in Molise Giuseppina Occhionero, imputata per falso con l’accusa di aver fatto entrare in carcere un radicale che portava messaggi ai boss, non dovrà occuparsi di galere, almeno finché le galere non si occuperanno di lei. Pasquale Del Prete, che in un comizio del ’20 si disse “fiero di essere camorrista” (per giunta millantando credito), ergo candidato in Campania, non dovrà occuparsi di camorra, ma volendo potrà dirsi fiero di essere ’ndranghetista o mafioso. E così, per li rami, si arriverà a Calenda, che dovrà evitare di occuparsi di politica, non essendovi all’evidenza portato. Però potrà sempre tentare con l’agricoltura, o con la pastorizia, o con la catena di montaggio. Hai visto mai.
Nessun commento:
Posta un commento