La regola dei 2 errori
di Marco Travaglio
L’informazione all’italiana è talmente prevedibile da risultare commovente. Funziona così: si decide in partenza chi sono i buoni e i cattivi (o meglio lo si fa decidere ai padroni), a prescindere da ciò che fanno e dicono; poi si leccano i primi e si lapidano i secondi, qualunque cosa facciano; i buoni possono diventare cattivi e viceversa, secondo la convenienza del momento. Ma non i 5Stelle, che sono sempre cattivi. Anzi, sono la stella polare dei media, che adottano per loro l’apposita tecnica dell’“errore perpetuo”. A ogni scelta fra A e B, si tengono sempre pronti due articoli: A è una cazzata; B è una cazzata. Fanno riforme (dalla blocca-prescrizione al Reddito) che tutti invocavano da trent’anni? Siccome le fanno loro, chi le invocava scopre che sono schifezze. Minacciano la crisi se Draghi non risponde ai 9 punti sociali di Conte? Tutti dicono che è l’ennesimo penultimatum del Sor Tentenna che mai metterà a rischio le poltrone dei suoi, tutti venduti al sistema, altro che entrare in Parlamento e aprirlo come una scatoletta di tonno, ah ah le risate! Poi Draghi non risponde sui 9 punti, anzi li sputacchia (e prende a calci pure la Lega per esser proprio sicuro di farsi sfiduciare), e il M5S non dà la fiducia. Allora vai con l’altro articolo: per non elogiare la coerenza di chi non baratta le idee per le poltrone, lo si incolpa di averci orbati di un governo così fico da mettere in fuga persino il premier, ovviamente su ordine di Putin.
Stessa solfa per i 2 mandati. Pochi sanno (perché i media non lo dicono) che lo statuto Pd ha il limite di 3: solo che le deroghe sono così tante che nessuno se n’è mai accorto e chi dovrebbe dirlo – l’informazione – e chieder conto a Letta, fischietta e parla dei due mandati del M5S, con la solita tecnica del doppio articolo. Per anni si scrive che la regola è finta, figuratevi se quegli scappati di casa (sono il gruppo con più laureati, ma fa niente) e voltagabbana che urlavano contro le poltrone andranno a casa, altro che aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ah ah le risate! Poi Grillo nega il 3% di deroghe e Conte si adegua (secondo noi sbagliando entrambi, in un’emergenza come questa). Pur di non lodarne la coerenza, tocca tirar fuori il secondo articolo: “I 5 Stelle azzerano gli eletti” (Corriere), “Grillo licenzia le stelle” (Rep), “Grillo riduce i 5 Stelle” (Messaggero), “Conte l’ammazza M5S” (Libero), “Grillo, schiaffo a Conte e Travaglio” (Giornale). Intanto, giusto in tempo per le urne, la Meloni, che non era più fascista perché atlantista, torna fascista e Salvini, che non era più putiniano perché draghiano, torna putiniano. Invece la berluschina Gelmini non è più l’Attila della scuola perché va con Calenda. Ah, dimenticavo: sapete perché Conte è uno stronzo? Perché è uno stronzo.
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