"A un capo della tavola c'era una grassa oca scura, all'altro, su un fondo di carta arricciata ricoperto di rametti di prezzemolo, c'era un enorme prosciutto, privato della cotenna e cosparso di briciole di pane, con un bel fiocco di carta attorno all'osso; accanto c'era un pezzo di manzo speziato. Tra le due estremità rivali correvano file parallele di contorni: due cupolette di gelatina, rossa e gialla; un piatto basso pieno di blocchi di biancomangiare e marmellata rossa; un grande vassoio verde a forma di foglia con il manico a fare da gambo, su cui erano ammucchiate montagnette di uva passa e mandorle pelate; un altro vassoio uguale su cui era posato un compatto rettangolo di fichi di Smirne; una ciotola di crema ricoperta di noce moscata grattugiata; una coppetta piena di cioccolatini e bonbon avvolti in carta oro e argento; e un vaso di vetro in cui erano infilati lunghi gambi di sedano. Al centro del tavolo stavano, come sentinelle di una fruttiera che sosteneva una piramide di arance e mele americane, due caraffe di cristallo tozze e antiquate, una contenente del porto e l'altra dello sherry scuro. Sul pianoforte a tavolo chiuso, del pudding stava in attesa in un enorme piatto giallo e, alle sue spalle, c'erano tre plotoni di bottiglie di birra scura e chiara e di acque minerali, allineati in base al colore delle loro uniformi, i primi due neri, con le etichette marrone e rosso, il terzo e più sparuto bianco, con fusciacche verdi sul petto."
(I morti - James Joyce)
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