Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
venerdì 19 settembre 2014
Mi domando, già! Mi domando!
A leggere questo articolo di Repubblica di oggi...
Tagli per tutti, dagli assistenti parlamentari al segretario generale. E scatta la rivolta, alla Camera e al Senato, contro i tetti agli stipendi di funzionari e alti burocrati. La guida il cartello delle dieci sigle di Montecitorio e delle tredici di Palazzo Madama. Ma il piano delle presidenze Grasso e Boldrini viene imposto comunque. Le due vice presidenti con delega al personale, entrambe donne, entrambe del Pd, Valeria Fedeli e Marina Sereni, conducono il delicato confronto tenuto ieri pomeriggio finito però con una fumata nera. Sono loro che consegnano il testo in dieci articoli, cinque pagine in tutto, contenente l’accordo conclusivo sulla «Ridefinizione delle retribuzioni dei dipendenti». Spending review da 60 milioni per i 1600 della Camera e da 36 milioni per i 799 del Senato, da portare a compimento entro il 2018. Ma si parte già dal primo gennaio 2015. La Cgil di Palazzo Madama nemmeno si è presentata, come un paio di altre sigle di Montecitorio, gli altri erano presenti (rappresentati da una trentina di dipendenti). Giudicano il piano «irricevibile», sebbene una risposta formale dovrà essere comunicata entro le 20 di questa sera. Nei corridoi e negli uffici dei due palazzi ieri sera era tutto un parlottare e un organizzarsi, in vista della «battaglia », che passerà soprattutto attraverso una valanga di ricorsi al giudice del lavoro. Ma ecco il piano. Per la qualifica più alta, quella dei consiglieri, viene adottato un tetto allo stipendio già introdotto per la pubblica amministrazione, di 240 mila euro al netto degli oneri contributivi. A seguire, gli stenografi con 170 mila euro, i documentaristi con 160 mila, i segretari e i coadiutori con 115 mila, i collaboratori tecnici con 106 mila e infine gli assistenti parlamentari, cioè i commessi, che avranno un tetto pari a 99 mila euro. Ci saranno tre scaglioni per i tagli, a seconda di chi supera il tetto del 25 per cento, di chi lo supera tra il 25 e il 40 e di chi va oltre il 40. Al termine di uno screening, i vertici di Camera e Senato hanno constatato che il 40 per cento dei dipendenti — destinati a fondersi in un ruolo unico del Parlamento entro dicembre — sfonda i tetti individuati per ciascun livello. La prima «vittima», si fa per dire, sarà il segretario generale, carica apicale, che alla Camera passerà da una retribuzione che oggi si aggira attorno ai 406 mila euro l’anno ai 240 mila, appunto; al gradino più basso, un assistente col massimo di anzianità vicino ai 136 mila euro, si fermerà a 99 mila. La controproposta dei sindacati rilanciava con il piano introdotto dal Quirinale per i suoi dipendenti, laddove a essere intaccate sono essenzialmente le voci accessorie e non lo stipendio base e tanto meno il maturato negli anni di servizio, questa la tesi. Ma il piano, che comprende anche una serie di incentivi di produttività, è quello e non sarà modificato, è stata la risposta. Trascorsa una settimana dal responso già scontato di questa sera, i due uffici di presidenza torneranno a riunirsi per adottare comunque il piano, già passato in prima battuta a luglio con le sole astensioni dei grillini. «Ci muoviamo in analogia con la normativa che il Parlamento ha approvato in materia di pubblici dipendenti — spiegano in una nota scritta Sereni e Fedeli — L’impianto è ambizioso, con il contenimento dei costi si imposta anche una complessiva riorganizzazione delle due strutture». Ma non sarà facile condurlo in porto.
... mi domando: dove vivono questi signori?
Dove cazzo vivono, di quale pianeta sono?
1600 dipendenti alla Camera e 799 al Senato (sembra un prezzo invogliante tipo lavatrice a 799 euro) che già che c'erano potevano fare 800!
Totale 2399 dipendenti che minimo ci tolgono 99 mila euro all'anno!!!
E si lamentano perché qualcuno, forse arrossito dalla vergogna, ha proposto di ridurre loro gli emolumenti.
Si lamentano!
I consiglieri dovranno scendere a soli 240.000 euro, poverini.
E che dire del Segretario Generale della Camera che poverino prendeva 406 mila e scenderà a soli 240 mila! Come farà il tapino? Datemi l'indirizzo che gli invierò qualcosa.
E gli stenografi che andranno a 170mila e i documentaristi a 160?
Ed i commessi, ahimè così distrutti dalla fatica non arriveranno a 100mila euro?
Capisco le loro proteste, ci mancherebbe. Saranno infuriati.
Ma quello che mi fa incazzare oltremodo sono i sindacati!
Ci sono decine di sigle, tra cui i confederali. Dove cazzo sta scritto che per tutti i lavoratori iscritti di debba intraprendere la lotta sindacale atta a proteggere i privilegi?
Dove è scritto che occorra difendere questa gentaglia che non conosce cosa vi sia oltre le mura del Magazzino Generale Brigantaggio, vulgo Montecitorio, di come abbondino le difficoltà di chi ha famiglia e non raggiunge la fine del mese, di come vi siano persone anche più qualificate di questi Ali Babà che non hanno lavoro e mortificandosi la vita per questo, perdono la propria dignità.
Come cavolo si può lamentarsi difronte a queste ignobili buste paga, a questo ladrocinio continuo nei confronti della collettività, a questo sontuoso banchetto che cura e preserva il ceto peggiore, quello della politica, mestieranti del nulla, attaccati alle dorate regalie che un potere modificato elargisce loro, stravolgendo regole di questo stato oramai alla frutta?
Sindacati che contestano una ingiustizia, che protestano affinché la vergogna non cessi, non scompaia la casta di coloro che predicano sacrifici solo per gli altri.
Si!
Occorre proprio dirlo, anche se a volta costa: ma Vaffanculo!
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