Che bei vedovi
DI MARCO TRAVAGLIO
Sinceramente affranti perché le due maggiori potenze atomiche del mondo si parlano anziché spararsi, i vedovi di Biden non si danno pace. Pensavano che, dopo aver invitato Putin in Alaska, Trump lo attendesse all’aeroporto per arrestarlo, o menarlo, o sputargli in faccia, o almeno insultarlo. Invece niente. E ora, delusissimi, lo accusano di averlo trattato come se fosse il capo dello Stato più grande del mondo, forse ignari del fatto che la Russia è lo Stato più grande del mondo. Lo rimproverano anche di ignorare l’ordine di cattura della Corte penale internazionale, che però gli Usa non riconoscono (come Russia, Ucraina, Israele e altri). Quando invece Trump riceve Netanyahu, anche lui braccato dalla Cpi, e non per una guerra contro un esercito, ma contro 2,5 milioni di civili, lo trovano normale (Bibi, com’è noto, “fa il lavoro sporco anche per noi”). Poi, senza sapere cosa si son detti i due leader, tracciano il bilancio del summit come se fosse il derby Milan-Inter: o vinci o perdi o pareggi. E ovviamente Trump ha perso, come si era deciso alla vigilia, a prescindere. Trump aveva due sole opzioni per vincere: arrestare Putin o eseguire gli ordini di Ue & Kiev e comunicargli che, siccome i russi controllano il 20% dell’Ucraina e continua ad avanzare, la guerra l’ha persa lui e deve ritirarsi senza fiatare. Purtroppo Trump le ha scartate entrambe, quindi ha perso e deve vergognarsi.
Per la verità, a voler proprio sottilizzare, fino a sette mesi fa Usa e Russia si minacciavano di attacchi nucleari accelerando l’Orologio dell’Apocalisse, mentre ora discutono di ridurre gli arsenali atomici. Putin non voleva sentir parlare di garanzie di sicurezza occidentali per l’Ucraina futura, mentre ora ne parla lui stesso, in cambio della promessa Usa di mantenerla neutrale, com’era nei patti Est-Ovest del 1990-91, quando era prospera e intera. E finora un trilaterale Trump- Putin-Zelensky era puro fantasy, mentre ora è possibile e forse probabile. Ma i vedovi assicurano che non cambia nulla. E, se prima accusavano Trump di voler trattare al posto di Kiev per costringerla a regalare i territori che non controlla più, oggi lo accusano di non aver trattato al posto di Kiev per costringere i russi a mollare i territori che controllano, restando equidistante fra i due contendenti e passando la palla a Zelensky. Che, siccome Trump ha fatto flop, domani volerà da lui (forse per discutere del flop). In effetti, ai bei tempi, i compianti predecessori di Trump decidevano al posto di Kiev i suoi governi e i suoi alleati. Invece Trump si limita a invitare Zelensky a fare gli interessi degli ucraini, come lui fa quelli degli americani, Putin quelli dei russi e gli altri leader del mondo quelli dei loro popoli. Esclusi i nostri, si capisce.
Nessun commento:
Posta un commento