Chi decide e chi gioca
DI MARCO TRAVAGLIO
Mentre i big che contano si parlano in via riservata per trovare una via d’uscita al conflitto ucraino, i bambini giocano alla guerra facendo casino in cortile. L’altroieri gli inconcludenti semi leader europei starnazzavano in due cortili: il vertice dei “volenterosi” a Londra e la conferenza di Roma per la ricostruzione: mai sentito tante scemenze scollegate dalla realtà e dalla logica. Infatti gli unici a prenderle sul serio, nel mondo, sono i giornali e i tg italiani.
“Meloni: impegni per 10 miliardi, punto di partenza per un miracolo economico ucraino”. A parte l’assurdità di pensare a ricostruire un Paese mentre si continua a farlo distruggere allungando e allargando con nuove armi una guerra che si poteva fermare tre anni fa, per la Banca Mondiale la ricostruzione richiederà almeno 540 miliardi. Se i 32 capi riuniti a Roma ne promettono 10 fanno ridere. In ogni caso le regioni più distrutte sono quelle annesse da Mosca, che le sta già ricostruendo e non permetterà a estranei di mettervi piede e farvi affari. Quanto al “miracolo economico”, l’Ucraina era fallita già prima dell’invasione: ora le servono 50 miliardi di prestiti l’anno solo per stare in piedi e 10-15 al mese per seguitare a combattere.
“Mattarella: la pace sia giusta, l’Ucraina non è sola”. Ma proprio questo è il suo guaio: è circondata di finti amici con gli arsenali vuoti che, per non perdere la faccia ammettendo di aver perso la guerra, continuano a illudere Zelensky di avere alternative alla rinuncia ai territori perduti (una “pace giusta”, sganciata dal campo di battaglia, non s’è mai vista nella storia), così in attesa di riaverli ne perde ogni giorno di nuovi.
“Meloni: Putin ha fallito”. Magari: se fosse vero, sarebbe lui a implorare l’Ucraina di fermarsi, e non viceversa. La verità è che, dopo 350 miliardi donati dalla Nato a Kiev e 18 pacchetti di sanzioni alla Russia per isolarla nel mondo e sconfiggerla sul campo, Putin sta raggiungendo i suoi obiettivi e l’Occidente li ha falliti tutti.
“Collaborare con Kiev per produrre armi”. L’ideona di potenziare l’industria bellica ucraina per comprare armi da Kiev e poi regalargliele non tiene conto di un piccolo dettaglio: se e quando sarà firmata la pace, l’Ucraina dovrà demilitarizzarsi. Cioè detenere e produrre molte meno armi di oggi, non certo ancor di più.
“Macron-Starmer, patto atomico per l’Europa. Ombrello nucleare e 50 mila uomini in Ucraina dopo il cessate il fuoco”. L’Europa ha già un ombrello nucleare: quello della Nato, in caso di attacco a un membro. E Putin non firmerà mai una tregua per ritrovarsi al confine 50 mila uomini delle due potenze atomiche europee della Nato: ha invaso l’Ucraina proprio per evitarlo. Ma questi mitomani si drogano?
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