Fofi rischiò, nel nome della sua severa anti-demagogia, di risultare elitario e minoritario. Trattò con durezza suoi ex pupilli per la “colpa” di avere avuto successo (il successo dei libri, ovvero la conquista di una minoranza…). Il difficile equilibrio tra la coerenza delle idee e la capacità di parlare a tanti è, da sempre, uno dei grandi problemi degli intellettuali e degli artisti. Ricorderemo con gratitudine Goffredo Fofi per la sua intransigenza sulla qualità del lavoro intellettuale e politico. La quantità (riuscire a parlare “al popolo”, dunque a tanti) rimane un problema insoluto, ma anche un obiettivo decisivo.
Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
sabato 12 luglio 2025
L'Amaca
Gli scrittori e il popolo
di MICHELE SERRA
Si potrà ricostruire “un corpo di idee di sinistra solo se si rinuncerà a piacere alla massa e si accetterà anzi di dispiacerla per lungo tempo”. Goffredo Fofi non era un radical-chic e anzi tutt’altro, semmai un frate laico con venature pauperiste. Dunque queste sue parole così forti e vere servono a capire che l’oltraggio della massificazione (dell’ignoranza sdoganata, della soggezione, della omologazione dei gusti e delle idee) non viene percepito e denunciato perché si è snob, e si disprezza il popolo. Esattamente al contrario: viene denunciato se lo si rispetta, il popolo, lo si considera, persona per persona, degno di cultura, di autonomia e di libertà, e dunque si patisce lo scandalo di vederlo ridotto a plebe asservita ai ricchi e ai potenti.
È chi non ha alcun rispetto del popolo che lo considera massa da pilotare, voti da conquistare, clienti da spremere. Per questo il populismo (anche quello “di sinistra”) è di destra: perché il popolo gli sta bene e gli è utile così com’è e come è sempre stato.
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