sabato 12 aprile 2025

L'Amaca

 

Testimonianza e politica
di MICHELE SERRA
Il giovane insegnante di storia Michele Giuli, rappresentante di Ultima Generazione, ha cominciato uno sciopero della fame contro il decreto sicurezza, e chiede al Capo dello Stato che non lo firmi.
Contro quel decreto, che tratta la sicurezza come questione di potere e non di cittadinanza, è in atto da mesi una battaglia politica (incluso un referendum abrogativo) che vede l’opposizione parlamentare destinata a soccombere. Per una ragione evidente: l’opposizione non ha i voti. La destra ha vinto le elezioni, e ha buon gioco a fare passare le sue leggi. Non è dimostrato, ma è probabile che un governo progressista (o anche, più semplicemente: un governo senza il Salvini) non avrebbe adottato misure così ottusamente repressive.
Se sottolineo questa banalità — un governo di destra vara leggi di destra — è perché questa banalità non può essere bypassata, purtroppo, nemmeno dal più generoso e limpido dei gesti, come quello del professor Giuli. La sua scelta di mettersi a disposizione in prima persona è esemplare. È comprensibile anche il suo invito ai parlamentari di sinistra “a fare resistenza civile e non essere vigliacchi”. Ma nessuna scelta esemplare, nessuna petizione, nessun gesto nobile può rimediare al fatto che i partiti più fedeli allo spirito della Costituzione hanno perso le elezioni.
Quattro italiani su dieci non votano più.
Dei sei che votano, i tre di centrodestra votano per una coalizione unita e vincono, i tre di centrosinistra votano per partiti divisi e perdono. La politica non è testimonianza, è mettersi insieme per cercare di cambiare le cose. Ciò detto, per testimonianza, firmo l’appello di Michele Giuli, e lo ringrazio di esistere.

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