Meloni porta a Trump altri 8 mld di armi. In arrivo controllori Nato
DI GIACOMO SALVINI
Giorgia si impegna alla Casa Bianca, poi Cdm per stanare Salvini e piano al vertice all’Aia. A giugno i funzionari da Bruxelles
Giovedì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni prenderà un impegno preciso con il presidente americano Donald Trump nello studio ovale della Casa Bianca: l’Italia intende rispettare le promesse fatte agli alleati della Nato al vertice di Newport, in Galles, nel 2014 e aumenterà la spesa per la Difesa fino a raggiungere il 2% rispetto al Pil. L’impegno che la premier Meloni prenderà con Trump (il giorno dopo vedrà a Roma il vicepresidente JD Vance) sarà politico. Ma sarà solo il primo passo di una road map che ai vertici dell’esecutivo hanno tracciato nelle ultime settimane, con una serie di riunioni a Palazzo Chigi condotte dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e i funzionari dei ministeri interessati, su tutti Difesa, Esteri ed Economia. D’altronde gli Stati Uniti da tempo chiedono ai componenti dell’Alleanza Atlantica di raggiungere almeno il 2% e Trump in passato ha anche minacciato di buttar fuori dall’alleanza chi non avesse rispettato questo impegno: l’Italia resta uno degli otto Paesi su 31 – insieme a Paesi come Portogallo, Croazia, Canada, Belgio – a non aver raggiunto il 2%. Ieri lo ha detto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ad Agorà, collegato da Osaka: “Siamo pronti a raggiungere il 2% delle spese militari, presto arriverà l’annucio della presidente del Consiglio”.
Il piano per aumentare la spesa per la Difesa, passando dall’1,53 al 2%, poi sarà presentato in Consiglio dei ministri a inizio maggio. E i prossimi venti giorni serviranno per dirimere la questione che in queste ore agita il governo: lo scontro tra il ministro della Difesa Guido Crosetto che vorrebbe che l’esecutivo mettesse sul piatto 8 miliardi di investimenti reali (facendo quindi più debito) e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che, invece, vorrebbe aumentare la spesa militare decidendo di conteggiare anche quelle che riguardano le capitanerie di porto, i carabinieri e la guardia di Finanza, ma anche le spese per la ricerca, la sicurezza cibernetica, per le operazioni umanitarie fino a quelle su attività civili-militari (come la metereologia).
Secondo le stime fatte ai piani alti di Palazzo Chigi, questo conteggio permetterebbe al governo di investire solo 3 miliardi nuovi rispetto agli 8 attesi per raggiungere il 2%. La premier Meloni e Mantovano sembra che siano più propensi ad assecondare la soluzione del ministro dell’Economia, per raggiungere subito l’obiettivo.
Il piano passerà dal Consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera allo scostamento di bilancio, da approvare in Parlamento a maggioranza assoluta. Così la premier metterà Matteo Salvini di fronte alle proprie responsabilità: come farà a esprimere le sue criticità su investimenti che, per la premier, riguardano la sicurezza nazionale e saranno formalmente proposti proprio dal ministro leghista dell’Economia Giorgetti?
In questo modo Meloni spera di neutralizzare le critiche leghiste al riarmo, anche se negli ultimi giorni ha dato ordine ai suoi ministri di parlarne il meno possibile proprio perché teme l’opinione pubblica. Dopo il Consiglio dei ministri, il piano sarà ufficialmente presentato al vertice Nato dell’Aia del 24-26 giugno a cui parteciperà Trump. In quell’occasione il segretario generale dell’Alleanza Mark Rutte chiederà ai componenti dell’Alleanza di alzare l’asticella tra il 3,6-3,7%.
Ma l’Italia in quell’occasione potrà dimostrare di aver dato un segnale agli alleati e di restare agganciata al “gruppo” di testa. Proprio negli stessi giorni, secondo quanto risulta al Fatto da fonti di maggioranza, i funzionari della Nato hanno già previsto una missione in Italia per certificare che quelli di Roma siano investimenti reali nella spesa per la Difesa. Non è un caso che nelle ultime settimane ci siano stati dei contatti informali tra i vertici del governo e quelli della Nato: i “controlllori” dovrebbero arrivare in Italia nell’ultima settimana di giugno.
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