mercoledì 15 gennaio 2025

L'Amaca

 

I Martiri della Rete
DI MICHELE SERRA
Un giorno o l’altro si dovrà stilare l’elenco, interminabile, dei Martiri della Rete. Parlo dell’esercito di persone che si sono rovinate, o immolate, o comunque messe in impicci seri, per non avere saputo resistere alla tentazione di postare qualcosa che li mette in cattiva luce, qualcosa di dannoso, di autolesionista. Parlo di casi gravi, tipo i bulli che documentano, entusiasti, gli episodi di bullismo di cui sono autori, i fanatici che si autoconsegnano alla Digos pubblicando svastiche o minacce di morte e firmandosi con nome e cognome, gli imbecilli che postano il proprio tachimetro a duecentoventi all’ora, i violenti e i delinquenti che a diverso titolo accendono i riflettori su se stessi anziché agire nell’ombra, come usavano fare, prudentemente, i loro predecessori ante-social.
E parlo anche di situazioni molto più veniali, volendo anche divertenti e però ugualmente misteriose, nel senso che la domanda è sempre la stessa: ma come è possibile che una persona metta in rete, spensieratamente, cose che sarebbe logico, e anche auspicabile, tenere per sé? Perché mai il falconiere della Lazio, quello che manda in volo la sua aquila prima delle partite all’Olimpico, ha sentito il bisogno di illustrare online la sua operazione di irrobustimento del pene, ricevendo il benservito dal signor Lotito (pur sempre un cattolico di destra, come il Paese nel quale tutti viviamo) così che lui e la sua aquila, adesso, dovranno trovarsi un altro lavoro?
Come possa venire in mente di zoomare sulle proprie protesi, specie nelle zone più intime, se non perché si è un attore porno, è una di quelle cose che non riesco a capire.
E sono quei casi nei quali non capire i tempi, sentirsene esclusi, tutto sommato è una fortuna e un privilegio.

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