Fanno scompisciare i giornaloni e gli allocchi che, muniti di microscopio quantistico, spulciano i glandi del movimento, infervorandosi perché, poveretti, non riescono più a comprendere ciò che è normalità democratica rispetto alle baggianate confessionali di altre aziende che chiamiamo spudoratamente partiti. Vogliono, ansimando, poter gracchiare in aere “visto? Sono come noi!”
E invece lo sanno che il movimento non è come loro: non ci sono per esempio cariatidi alla Casini per intenderci, pronto a riproporsi come vicino al partito della Fava pur di rifarsi un altro giro sulla giostra dorata; non sono cleptomani di profumi, non hanno conti da saldare con la giustizia, lasciano la politica una volta terminato il mandato di due legislature, che potrebbero divenire tre, e allora? Anche se fossero quattro kekkazzovifrega? Guardate Roma oggi post Raggi: chi spende gocce di inchiostro per evidenziarne la pochezza, le mazzette, l’insulse scelte dell’attuale sindaco? Quanti tomi si sarebbero scritti se ci fosse ancora Virginia?
Placate le vostre smanie: sarà un congresso leale, onesto e decisionale. Tutto è ancora da scrivere perché scelgono gli eletti. E a culo tutto il resto (cit.)
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