Ora è chiaro che l’attacco ci doveva essere, la risposta alla distruzione del consolato doveva essere fatta per non far passare la dittatura immonda iraniana come una conigliera. Ed era anche ben chiaro al regime di Teheran che lanciare droni annunciati e razzi contro il sistema di difesa migliore del mondo equivaleva ad un buffetto ad un party mascherato. Senza essere Lucio Caracciolo è chiaro che tutto si potrebbe risolvere senza incendiare l’area più pericolosa del globo. Ma purtroppo c’è questo cialtrone infoiato da un misticismo terrorista, Itamar Ben-Gvir, leader del partito israeliano di estrema destra Otzma Yehudit, che tiene letteralmente per gli zebedei il premier mefitico Netanyahu, il quale fino a quando rimarrà al potere riuscirà ad evitare le rogne politiche che, speriamo, potrebbero portarlo in galera, alleluia!
Ben-Gvir dopo essere andato nel 23 a rompere i coglioni sulla spianata di Gerusalemme, sta pompando per attaccare Rafah e, soprattutto, per rispondere agli iraniani, checché ne dica il Rimbambito il quale da una parte telefona a Bibi per fermare il massacro palestinese, scocciandolo più che quelli di Geova la domenica mattina, dall’altra lo arma fino ai denti.
A volte, e mai meglio che in questo caso, pensando a Ben rigurgita in core la frase “muore tanta gente per bene e i bastardi invece…”
Continuo oltremodo a sperare pur sempre nel fulmine dall’olimpo. Quando ce vo’ ce vo’!
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