sabato 30 marzo 2024

Pasqua travagliata

 

Divani&Divani
di Marco Travaglio
Il divano si porta su tutto. Per anni è stato usato dalle destre, dunque anche da Renzi, per criminalizzare i disoccupati col Reddito di cittadinanza (che di solito non avevano nulla, tantomeno un divano). Ora la Meloni, arringando i soldati della missione Unifil in Libano, lo evoca per screditare i pacifisti che “si riempiono la bocca di pace comodamente seduti sul divano di casa”, mentre “la pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, ma con la deterrenza”. Quante scemenze in così poche parole. La deterrenza – come nota Lucio Caracciolo – funzionava nella Guerra fredda con l’equilibrio del terrore fra i blocchi Est e Ovest, che garantivano le proprie aree di influenza figlie della spartizione di Yalta. Poi nel 1989 cadde il Muro di Berlino, il Patto di Varsavia si sciolse, l’Europa orientale divenne polvere e polveriera, alzarono la testa nuove potenze del Sud globale dalla Cina in giù, e le grandi organizzazioni terroristiche islamiste, mentre gli Usa tennero in vita la Nato credendosi l’unico impero rimasto con l’Europa al guinzaglio. Il risultato è la guerra mondiale a pezzi evocata dal Papa: nessuno fa più paura a nessuno e tutti attaccano tutti.
La Meloni dovrebbe sapere che la missione Unifil non fa alcuna deterrenza: esiste dal 1978, cioè dal primo attacco di Israele al Libano per ripulirne il Sud dallo stato nello stato creato dall’Olp in piena guerra civile, dopo la cacciata dalla Giordania nel Settembre nero 1971, e usato dai faddayin per colpire la Galilea del Nord. L’Onu, cessate le ostilità, inviò una forza di interposizione che poi sempre rinnovò dopo ogni crisi militare (le invasioni israeliane del 1983, 2000 e 2006, gli scontri fra milizie libanesi, le scorribande di Hezbollah). Cosa c’entri tutto ciò con chi invoca la pace non è dato sapere: né l’Ue né l’Italia fanno nulla per il cessate il fuoco in Ucraina e a Gaza. Anzi, in Ucraina continuano ad alimentare, ampliare e allungare la guerra inviando armi senza muovere un dito per aprire un tavolo. E, senza un negoziato e un cessate il fuoco, è impensabile che l’Onu invii una forza di interposizione fra i due eserciti, che la ridurrebbero in polpette appena arrivata. Quanto al divano, è un mobile perfettamente compatibile con la pace, mentre è totalmente incompatibile con la guerra. È chi invia continuamente armi a un Paese belligerante (fra l’altro in barba alla Costituzione) e predica soluzioni militari (la famosa “sconfitta della Russia” per liberare le quattro regioni occupate da Mosca nel 2022 e la Crimea annessa nel 2014 e rovesciare Putin) che dovrebbe alzarsi dal divano: prendere atto dopo 25 mesi che la guerra per procura non funziona, muovere le chiappe e darsi da fare per battere i russi sul campo. Arruolandosi volontario. Anzi, volontaria.

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