In Basilicata votare subito
DI MICHELE SERRA
Non dirimenti per le sorti del pianeta, le elezioni in Basilicata sono importanti per la Basilicata. Ma devono sopportare un peso mediatico spropositato e inedito, che ingigantisce ogni dettaglio, enfatizza ogni parola ed evidentemente rende nervosissimi i protagonisti.
Così, dopo avere saputo di riunioni durate otto ore e concluse solo perché uno ha dato del cretino all’altro (a pensarci bene, è un ottimo pretesto per alzarsi finalmente dalla sedia e andare a cena); e di candidati che accettano volentieri la candidatura, ma a condizione di non dover fare campagna elettorale (come chiamare l’idraulico che ti dice: accetto l’incarico, a patto che il rubinetto se lo ripara da solo); adesso capita che un uomo di centro (teoricamente: il luogo della mediazione e dell’equilibrio, non soggetto ad acredini ideologiche) come Marcello Pittella dichiari che Pd e Cinquestelle «vogliono ammazzarci come gli ebrei».
Non sembrerebbero, come dire, parole legate alla politica locale. Ma forse il seguito del breve discorso (inequivocabile, perché da lui medesimo messo in rete) è persino più stravagante: «Siccome non ci vogliono, allora andiamo con il centrodestra». Come se un giocatore dell’Inter, visto che l’allenatore non lo fa giocare, dichiarasse che allora il derby lo giocherà nel Milan. Come se la politica non avesse niente a che fare con una propria intenzione e un proprio disegno, ma fosse solo la conseguenza di come ti trattano gli altri. Se Tizio è maleducato con me, mi alleo con Caio. E viceversa.
Purtroppo non è possibile, ma bisognerebbe che in Basilicata si votasse oggi stesso per farla finita e consentire ai protagonisti di tornare a una vita normale.
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