mercoledì 13 settembre 2023

Parentela travagliata

 

L’ha rovinata ‘a guera
di Marco Travaglio
Quando un politico sistema parenti e amici nei posti pubblici, i casi sono tre. O cambia faccia, o va a nascondersi ed evita di parlarne, o dice la cosa più stupida del mondo: che il parente è un genio e, se non fosse parente, avrebbe fatto un carrierone, invece purtroppo il cognome che porta gli ha tarpato le ali del successo e bisogna risarcirlo. Ci è cascata anche la Meloni, che è tutto fuorché stupida, ma fra sorella, fidanzato, cognato, cognato del cognato, cognato del cognato del cognato ha fatto il pieno fino a esaurire l’albero genealogico, tant’è che ora pesca da quelli altrui (il cugino di Fazzolari all’Iss). Testuale: “Si sono attaccati agli organigrammi con racconti surreali di un partito chiuso e familistico e gettato fango gratuito sui familiari. Si è parlato di Arianna, militante da quando aveva 17 anni, sempre penalizzata dall’essere mia sorella”. Che la sorella e il futuro marito Lollobrigida militino fin da giovanissimi, non è una colpa, anzi. Càpita che i nuovi partiti sorgano su cerchie familiari e amicali: quando c’è da faticare per pochi voti e posti, alla porta bussano in pochi. Nulla di strano se chi ha costruito il partito dal nulla viene poi eletto e premiato. Ma c’è un limite a tutto e sta alla leader fissarlo, con senso della misura e dell’opportunità politica.
Se il fidanzato è giornalista, deve spiegargli – se non lo capisce da solo – che non può occuparsi di politica finché lei è premier, perché qualunque cosa dica si ritorcerà contro di lui e contro di lei. Se la sorella e il cognato sono consigliera e deputato, deve spiegare loro – se non lo capiscono da soli – che il potere della premier è così smisurato da rendere inopportuno cumularlo con incarichi di gran peso anche per loro. Invece la Meloni fa l’opposto, poi ci racconta che le critiche e le vignette sono “fango” e chissà dove sarebbe Arianna se di cognome non facesse Meloni. Frase non nuova per un politico familista, ma molto sciocca e controproducente. Sciocca perché ricorda la mitomania di quei tipi da bar che ti raccontano quando stavano per diventare centravanti della Juve se non li avesse bloccati il menisco (ora manca solo di sentire che Arianna, se non c’aveva ‘a malattia, se non c’era ‘a guera e nasceva nel Kansas City, a quest’ora stava a Broadway). Controproducente perché in Italia l’ascensore sociale è il santo in paradiso. Un ragazzo scippato del Reddito che cerca lavoro sulla piattaforma del governo, magari in Campania dove per le 37 mila famiglie senza Rdc le offerte sono 340, o peggio in Sicilia (38 mila e 150), scopre che Arianna vorrebbe tanto non chiamarsi Meloni e s’incazza di brutto. Se poi sente parlare Lollobrigida – doppiamente svantaggiato, in quanto marito di Arianna – e scopre che è deputato e pure ministro, mette mano alla fondina.

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