La discrezione che manca
DI MICHELE SERRA
Al capezzale di Berlusconi sono in troppi, nemmeno il Papa – che nella hit parade delle celebrities mondiali occupa una posizione decisamente più alta – ha goduto di una copertura mediatica così chiassosa e così opprimente durante il suo recente ricovero. Né sono state confezionate lenzuolate di articoli sulla sua eventuale successione, che pure è obiettivamente più significativa e pesante di quella di B: è molto probabile che la Chiesa sopravviva a Forza Italia.
Quello che sbalordisce sono i particolari: abbiamo saputo perfino che il figlio Luigi, scendendo dalla macchina, ha salutato i cronisti mostrando il pollice, dettaglio del quale non riusciamo a cogliere la pregnanza. Ora siamo rassegnati a sapere che cosa ha fatto o detto, il figlio Luigi, risalendo in macchina. E quale dito ha mostrato.
Ci sarebbe – sulla carta – la possibilità di parlare della malattia di un anziano uomo politico, da anni in declino, con una certa riservatezza nonché con la misura dovuta alla notizia, senza aprirci per una settimana telegiornali e giornali. C’era meno gente attorno a Napoleone a Sant’Elena, e tra i due Imperi non mi sentirei di dire che quello di N sia stato meno influente per i destini umani.
Si capisce che per un uomo vissuto sempre alla ribalta, mai struccato, mai cheto o appartato, non sia previsto un “dietro le quinte”, o un camerino nel quale riposarsi e leggere i bigliettini sui mazzi di rose. Solo riflettori, applausi e fischi. Con la differenza che i fischiatori ora tacciono, laclaque è sempre attivissima.
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