mercoledì 25 gennaio 2023

L'Amaca

 

Tutto quello che ci fa male
DI MICHELE SERRA
Si susseguono da giorni, sui media di ogni ordine e grado, le informazioni sulla pericolosità dell’alcol per la salute umana. Suggeriscono una drastica astinenza, e non lo fanno per spirito quaresimale, ma sulla base della ricerca medica e di riscontri scientifici.
Il problema è che lo si sapeva già. E nonostante lo si sappia, una cantina ben munita non solo non incute timore, ma mette allegria: perché fa pensare al convivio, agli amici, a quella comune e condivisa dissipazione quotidiana che chiamiamo vita.
Di molte sostanze, attività, comportamenti, conosciamo la nocività, ma ne sperimentiamo, al tempo stesso, anche la piacevolezza, secondo il vecchio detto popolare che le cose buone sono anche quelle che fanno male. Fa male mangiare troppo condito, fa male l’indolenza fisica, fanno male il vino e il tabacco, fa male l’eros quando mette a repentaglio il raziocinio, fanno male le passioni troppo accese (basti pensare alla politica), fa male il poco sonno e dunque l’abuso del proprio tempo. Oserei dire, in sostanza, che fa male vivere. Ma nonostante la vita ci accompagni ogni giorno un poco di più verso la morte, noi viviamo lo stesso, e anzi forse proprio per questo viviamo più intensamente.
Questo non significa, ovviamente, che non servano misura e temperanza. Servono.
Evitano la deriva. Mantengono la rotta, e la dignità dei naviganti. Ma l’idea di una vita asettica, sanissima, virtuosissima, è anche l’idea di una pagina intonsa, sulla quale nessuno ha osato scrivere neppure una riga. Si beve un bicchiere, dunque, e a volte anche due, per festeggiare la vita, come disse il padre di tutti i convivi, Sandro Veronelli. La morte aleggia su ogni brindisi perché aleggia su ogni vita. Evoè!

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