giovedì 26 gennaio 2023

Booom!

 

Aspetta e spara
di Marco Travaglio
La situazione in Ucraina è così scandalosamente chiara che nemmeno l’atlantista più ottuso osa ripetere la barzelletta “mandiamo armi per favorire la pace”. Preferiscono l’altra, un filo meno spudorata: “Negoziare non si può perché Putin non vuole”. Strano, perché è Zelensky ad aver proibito per decreto agli ucraini, dunque anche a se stesso, di negoziare con la Russia di Putin. Strano, perché il principe dei negoziatori, Kissinger, che a cent’anni è più lucido di chi potrebbe essere suo pronipote, continua a dire che negoziare con Putin è l’unica cosa che si può, anzi si deve fare per evitare la catastrofe nucleare. Tantopiù in una fase di stallo militare sul campo congelato dal Generale Inverno. Invece, per far dimenticare le carte top secret nel suo garage, Biden arruola in call Scholz, Macron, Sunak e Meloni, ma “non contro la Russia”, per carità: tanto, almeno in Italia, è tutto segretato e ci siamo già assuefatti a 250mila morti in 11 mesi. Fortuna che a informarci provvede il vicecapo dell’intelligence ucraina, Vadym Skibitsky: “Ora possiamo colpire il Cremlino”. Cioè fare, anche con le nostre armi, ciò che la nostra Costituzione “ripudia”: la guerra per risolvere le controversie internazionali.
Il ministro della Guerra Crosetto-Moschetto, previa telefonata yankee con la lista della spesa, manda lo scudo anti-aereo Samp-T, che costa 800 milioni (l’intero bottino rapinato ai disoccupati col taglio del Rdc), ma ovviamente andrà rimpiazzato con nuove spese militari, sennò si resta “senza scorte”. E giù nuove commesse ai suoi ex soci, clienti e committenti della lobby armata. Intanto a Kiev salta mezzo governo perché è uno dei più corrotti d’Europa – infatti lo vogliono tutti nell’Ue – e ruba a man bassa sui nostri “aiuti” (un giorno scopriremo dove finiscono le armi, ma già si intuisce). Però Zelensky sarà al Festival di Sanremo, fra un amore e un cuore, col celebre tormentone “Armi armi armi”. E i giornaloni sono tutti eccitati per gli Abrams e i Leopard. Repubblica: “Svolta nella guerra”, “Il patto dei panzer”, “Escalation”. Evvai! Corriere: “Così il G7 affiancherà la Nato. Adesso Biden vuole guidare un largo fronte unificato contro Russia e Cina”. Hurrah! Stampa: “Arrivano i carri armati”: Slurp! Finché c’è guerra c’è speranza. E giù botte a quei disertori di Scotto, Boldrini, Camusso e il pericoloso cattolico del Pd Paolo Ciani che votano finalmente contro le armi con 5Stelle e Sinistra. Una Spectre subito smascherata dall’agente segreto Paolo Mieli: “Tra i parlamentari recalcitranti alle armi all’Ucraina c’è Paolo Ciani in rappresentanza di Sant’Egidio, si forma così un crogiolo con i dalemiani, quelli di Sant’Egidio e i 5Stelle. Questo nucleo d’acciaio sarà quello che comanderà sulla sinistra italiana”. Ma magari.

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