La pandemia ora è finita: lo ha deciso il governo
DI DANIELA RANIERI
La neolingua dell’Anno Primo dell’Era meloniana ha prodotto un’altra perla: “mini-isolamento”, un lemma svelto, rapido, libero da lacci e lacciuoli per (non) dire che fanno uscire di casa la gente positiva al Covid (la malattia che ha fatto 6,6 milioni di morti nel mondo e 182 mila in Italia) dopo 5 giorni dalla diagnosi, o la va o la spacca; diagnosi che spesso è autodiagnosi, motivo per cui i positivi sono in realtà molti di più di quanto dica il bollettino già quotidiano ora settimanale, e di questi le Asl non conoscono certo i nomi, quindi si poteva uscire anche prima senza alcun isolamento, standard o mini che fosse; ma c’è una bella differenza se è il governo a dare il via libera agli irresponsabili, di fatto decretando la fine della pandemia.
L’ispirazione è chiaramente produttivista e consumistica: l’inchino al sacro Pil natalizio (con 10 milioni di influenzati semplici a casa, ci mettiamo pure a sofisticare sui tamponi), come pure sotto Draghi e ai tempi del bipartisan “Milano riparte” e del renziano “Riapriamo tutto perché così avrebbero voluto i morti di Bergamo”. Mentre negli Usa, preso atto che il virus ha ripreso a circolare a livelli critici e gli ospedali sono pieni di contagiati da Sars-CoV2 e da virus influenzale e sinciziale, si torna a “raccomandare fortemente” l’uso di mascherine al chiuso indipendentemente dalle vaccinazioni ricevute (com’è logico: le mascherine proteggono dall’infezione, i vaccini no), qui il governo di destra dice che l’emergenza è finita e che non è mai stata tale (l’emendamento del mini-isolamento, inopinatamente, è dentro il decreto rave: mentre si sancisce la pericolosità di chi balla nei capannoni, si decreta l’innocuità di un virus che causa polmoniti bilaterali). Del resto, Meloni in piena pandemia chiamava insieme a Salvini alle adunate di piazza, il 2 giugno 2020, a sputacchiare droplets libertari alla faccia di Conte che ci chiudeva in casa (imitato da tutti i Paesi europei del cosiddetto mondo libero).
Sicché nella prima tornata di spacconate di neo-ministri (umiliazione e merito, fiction sulla Fallaci, mini-naja, Ponte sullo Stretto, lidi liberi ai privati) rientra pure quella, poi ritirata per manifesta insensatezza, del ministro della Sanità Schillaci: togliere l’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa per i visitatori e si suppone pure per il personale sanitario (testimonianza personale: richiesta di inutilissimo Green Pass all’entrata di un ospedale romano, io – diligentemente mascherata con Ffp2 – mi sono trovata a riprendere medici e infermieri che la portavano sotto al naso o non la portavano affatto, costretta a spiegare, io a loro, per quale motivo ciò non impediva ovvero favoriva la trasmissione del virus contro il quale “i nostri angeli” si battono da tre anni, stante il fatto che il visitatore è costretto a esibire il Green Pass mentre i medici no-vax sono stati reintegrati). Ma qual era la ratio di togliere le mascherine negli ospedali, tra pazienti anziani e fragili, se non quella di tenere il punto sul fatto che il Covid non è una malattia grave e le misure prese finora sono state liberticide? Ce ne viene in mente un’altra, che escludiamo in quanto più cinica ancorché più logica: pagare meno pensioni facendo fuori i superstiti, scampati a tutte le ondate e alle irresponsabilità della politica. E sì che ci si erano messi di buzzo buono ad accopparli. Ricordate quando Gallera, assessore di Fontana, mandava i positivi dagli ospedali nelle Rsa? Ricordate quando i virologi televisivi sostenevano che le mascherine non servivano alla popolazione, bensì solo al personale medico, e che accaparrarsele era segno di massimo egoismo e ignoranza delle leggi del mercato (i prezzi salivano, gli ospedali non potevano comprarne, i medici si contagiavano: la colpa era dei cittadini, non di chi per decenni ha tolto risorse alla Sanità pubblica per darle ai privati)? Poi c’è stato il liberatore liberale Draghi, col suo “rischio ragionato” (scommessa persa: il “raffreddore” Omicron ha fatto 50 mila morti), ma Egli era incontestabile, anche quando istruiva le masse circa la garanzia data dal Green Pass di trovarsi tra “non contagiosi” e Figliuolo somministrava a raffica negli Open Day il Sacro Vaccino AstraZeneca, poi ritirato.
Così, mentre l’Oms dice che i morti crescono del 10% a settimana, si reimmettono malati in società per “tornare alla normalità” (che poi è la catena produci-consuma-crepa), come se occuparsi di un virus che fa 100 morti al giorno fosse una fissa da ipocondriaci. Il governo vuole imporre l’egemonia sanitaria dopo quella culturale: viva il darwinismo sociale e biologico, crepino i lavativi del Rdc e i fragili; bisogna vellicare le imprese e il vitalismo dei “big spender”, grati a chi finalmente ci restituisce la libertà (anche quella di contagiare il nostro prossimo, chi se ne frega se assiste un genitore anziano o ha un figlio immunodepresso).
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