mercoledì 2 novembre 2022

L'Amaca

 

Perché il mondo non ci obbedisce?
DI MICHELE SERRA
Come i seguaci di Trump, anche quelli di Bolsonaro considerano inconcepibile la sconfitta. In attesa di sapere se ci sarà, anche in Brasile, un episodio analogo all’assalto al Campidoglio, tocca ragionare sulla natura delle nuove destre. Solo una fortissima componente ideologica può spiegare un rifiuto così violento della realtà: se vinco io significa che la realtà corrisponde all’idea che me ne sono fatto, e va bene; se vinci tu vuol dire che la realtà non obbedisce all’idea che me ne sono fatto, e dunque la rifiuto e la combatto.
Grosso modo, viene da dire che il presunto disarmo ideologico degli ultimi trent’anni (sempre grosso modo, dalla fine dell’Unione Sovietica) è stato unilaterale: la sinistra ha deposto l’arma ideologica, la destra no. C’è una risolutezza politica, nella nuova destra, compresa quella al governo in Italia, che discende da una risolutezza ideologica. Il vecchio rilievo che veniva spesso mosso alla sinistra (credete di essere i Buoni contro i Cattivi, siete solamente dei presuntuosi) oggi calza magnificamente alla destra di piazza e di palazzo: o il mondo si acconcia alla nostra cura (Dio, Patria, Famiglia, morte al cosmopolitismo, alla cultura degenere dei diritti, alla fola dell’uguaglianza) o merita solo di essere rinnegato e disprezzato.
Si legge che qualcuno invidia alla destra questa sua sostanziale intolleranza, scambiandola per fierezza. Non mi pare il caso. La tolleranza, con tutti i suoi difetti, rimane la virtù alla base di ogni pensiero forte (mi viene da dire: di ogni pensiero adulto). L’intollerante è debole.
L’apparenza va dunque rovesciata, e sta in buona parte in questo rovesciamento la fatica, politica e culturale, della sinistra odierna.

Nessun commento:

Posta un commento