Con questo Letta, Meloni dovrebbe stare al 60%
DI DANIELA RANIERI
Leggiamo ormai tutto quel che riguarda il Pd previa ingestione di ettolitri di caffè e dandoci frustate sulla schiena per non stramazzare bocconi sotto i colpi del tedio indescrivibile che promana da ogni (non) atto di quel partito vestigiale.
Ieri, apprendiamo, c’è stata l’assemblea dei mille delegati, alla quale seguirà un percorso costituente, al quale seguirà una giornata di mobilitazione generale, alla quale seguiranno le Regionali, alle quali seguiranno le primarie, primarie che per ciò forse sarebbe meglio fare prima, col rischio però che Elly Schlein così non avrebbe modo di farsi “accogliere dal popolo dem”, e voi capite che dopo le bollette alle stelle questa è la prima preoccupazione degli italiani – stante il sondaggio di Ghisleri che dà vittoria sicura di Bonaccini, e chissà a cosa servono le primarie (a fare cassa: per quanto sia incredibile, c’è gente disposta a pagare 1 euro per esser rappresentata da Bonaccini).
Intanto Letta risponde alla scrittrice Murgia che su La Stampa lo aveva esortato a dire qualcosa di sinistra e lo fa con un uno-due micidiale: rivendica di aver eroicamente bloccato il decreto-rave (ci mancava solo che lo votasse) e di aver mandato Provenzano al porto di Catania (semmai la notizia è che non lo hanno fatto desistere dall’andarci, visto che il metodo Piantedosi non è tanto dissimile dalla dottrina Minniti). Poi promette di “mettersi in discussione”, sempre che la smettano gli “attacchi strumentali che arrivano ogni giorno dal Terzo Polo e dai 5Stelle”, Terzo (Sesto) Polo con cui lui voleva allearsi prima che Calenda lo scaricasse e 5Stelle che lui ha boicottato fino alla rottura grazie alla quale Meloni, Salvini e Berlusconi governano l’Italia.
Letta in assemblea: “Applichiamo una decisione politica assunta settimane fa, ora dobbiamo fare le modifiche statutarie” (sembra Woody Allen in Io e Annie: “Finora è solo uno spunto, spero di trovare i soldi per trasformarlo in concetto, e poi in idea”), e da qui si capisce che non hanno la minima idea di cosa fare, stanno solo cercando nomi secondo il peso correntizio, sebbene a parole promettano di sciogliere le correnti, e chissà cosa resta del Pd se gli togli le correnti cioè il potere, a parte il Jobs Act e il culto delle armi. La domanda che erompe dai cuori di fronte a tanta inettitudine, a tanta impotenza dell’onnipotenza, è come mai Giorgia Meloni non stia al 60%.
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