Siamo a livelli altissimi.
Tali D’Incà e Crippa, ex 5 Stelle noti per non essere mai stati noti, hanno presentato il loro nuovo soggetto politico (?): si chiama “Ambiente 2050”. Sono già state transennate le scuole per gestire l’enorme flusso di elettori che non vedono l’ora di votarli il prossimo 25 settembre.
C’è poi Di Maio, che oggi ha presentato “Impegno civico” con Tabacci (no, non è uno scherzo). Per prima cosa Di Maio ha promesso di “cambiare l’abuso d’ufficio”. Nel 2019 diceva: “Non si tocca”. Un uomo davvero coerente.
Ma c’è di più. Impegno civico è nato grazie a Centro democratico, il partitino di Tabacci che è servito a Di Maio per non raccogliere le firme (come la Bonino quattro anni fa).
Il simbolo di Impegno civico è brutto come il vaiolo. Ed è pure a rischio plagio. “Impegno civico“ è anzitutto pericolosamente simile alla “Scelta civica” di Mario Monti, che ben presto diventò “Sciolta civica”. Praticamente Di Maio si è portato sfiga da solo in partenza. A livello locale, il nome “Impegno civico” è poi stato già usato da una trentina di liste tra il 2019 e il 2022, mentre “Insieme per il futuro” (il nome usato da Di Maio in parlamento dopo la scissione col M5S) arriva a una cinquantina.
Non solo: il nuovo contrassegno dimaiano è quasi identico a quello di “Italia al centro“, la nuova federazione guidata da Giovanni Toti. E l’ape stilizzata, che per Di Maio simboleggia l’ambiente (ahahahah), è un altro mezzo plagio: Francesco Rutelli ne aveva messe addirittura due nel simbolo di Alleanza per l’Italia, il partito che fondò nel 2009 (staccandosi dal Pd) proprio insieme a Tabacci, e il cui acronimo era proprio “ApI”.
Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere.
L’involuzione politica di Di Maio è paragonabile a quella di un homo sapiens che regredisce al livello di ameba. Poveraccio.
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