martedì 28 giugno 2022

Per vostra opinione

 

Aiuto “Draghessori”. Quei professori universitari al servizio di Draghi e Nato
di Alessandro Orsini
Scoppiata la guerra, l’Italia è caduta sotto la propaganda della Nato e un esercito di professori universitari ha messo il proprio sapere al servizio di Mario Draghi per creare un largo consenso intorno alle sue politiche di guerra in Ucraina. L’università rappresenta la vetta del sapere ed è comprensibile che il governo Draghi investa soprattutto nei suoi docenti per manipolare l’opinione pubblica o “draghessori” come proponiamo di chiamarli per comodità espositiva. Per comprendere la funzione dei draghessori, occorre sapere quale sia l’obiettivo che Draghi intende perseguire.
L’obiettivo è alimentare la guerra in Ucraina attraverso l’invio illimitato di armi facendo credere agli italiani di volere la pace. Il compito dei draghessori non è facile giacché devono capovolgere la realtà. Devono convincere gli italiani che il governo Draghi, che è un governo di guerra, sia un governo di pace. Tra tutti, spicca Sergio Fabbrini, draghessore di Scienza politica alla Luiss, il quale assicura che l’Italia deve aderire a tutte le decisioni prese dalla Nato in Ucraina. Chiunque proponga una politica di pace – dice il draghessor Fabbrini – è soltanto un “bambino”, un “anti-americano” e “un anti-europeo”. In base a questa tesi assurda, se la Nato ci spingesse verso la guerra nucleare contro la Russia, l’Italia dovrebbe eseguire gli ordini senza fiatare. Il draghessor Fabbrini arriva addirittura ad affermare che ormai nessun Paese dell’Unione europea ragiona secondo i propri interessi nazionali giacché, nelle sue parole testuali, “il nostro ombelico è collocato nella Nato e nell’Unione europea”. Questa affermazione è talmente ideologica da non richiedere confutazioni. Ci limitiamo a notare che l’Olanda ha appena respinto la richiesta di Draghi di porre un tetto al prezzo del gas per tutelare i propri interessi nazionali in barba a quelli dell’Italia. L’Olanda è un produttore di gas, il cui prezzo non ha interesse (nazionale) a limitare. Il draghessor Fabbrini, un amico di Paolo Gentiloni, a cui ha chiesto di scrivere la prefazione al suo ultimo libro per fare sfoggio dei suoi potenti amici, non sa che cosa sia accaduto in Libia. Il 4 aprile 2019, la Francia ha appoggiato l’assedio del generale Haftar contro la città di Tripoli difesa dall’Italia. L’Italia e la Francia fanno parte dell’Unione europea e della Nato, eppure si sono contrapposte in Libia per difendere i propri interessi nazionali e contemplarsi l’ombelico nazionale. Il problema di certe università private è proprio questo: si dichiarano “libere”, ma poi scopri che non hanno un solo professore che critichi il governo Draghi per le sue politiche di morte in Ucraina. Se poi queste università “libere” cercano di reprimere i professori che criticano il governo Draghi, censurandoli o etichettandoli come “anti-europei” e “anti-americani” dalle colonne del Sole 24 Ore, diventa chiaro che abusano della parola “libertà”.
Queste università dovrebbero chiamarsi “università libere di difendere il pensiero unico e di essere sempre d’accordo con il governo in carica”. Non è certamente questo asservimento intellettuale che i professori universitari dovrebbero insegnare agli studenti nella società libera teorizzata da Popper.
In conclusione, la tesi del draghessor Fabbrini è che chiunque si opponga alle politiche della Nato in Ucraina è automaticamente anti-americano e anti-europeo. Ma questa è pura ideologia giacché un italiano può volere bene agli Stati Uniti e criticare le politiche di Biden in Ucraina, così come può volere bene agli americani e opporsi alle politiche di Trump verso i palestinesi, inclusa l’uccisione del generale Soleimani. Un’Italia di draghessori è un’Italia povera di idee e ricca di disinformazione.

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