giovedì 9 giugno 2022

L'Amaca

 

Viva Elisa abbasso Cirillo
DI MICHELE SERRA
Uno fa lo sfoglio quotidiano delle notizie, e si imbatte in femminicidi annunciati a Vicenza, risse sanguinarie a Rimini, teen-ager nazisti che bullizzano una scrittrice africana a Lucca, attentati e guerre prima e dopo i pasti, il miserevole politico russo che scimmiotta il miserevole prete Cirillo e definisce «depravati» gli occidentali e in quanto tali da eliminare in massa, le lacrime da coccodrillo degli americani davanti alle bare dei loro bambini, insomma il solito, ricco florilegio di cose abominevoli che l’informazione sente il dovere di fornire ai suoi clienti.
Poi, per caso, attraversando i gironi infernali però senza Dante, dunque senza nemmeno l’ausilio della bellezza, si clicca su Elisa che canta, a Milano, Whole Lotta Love dei Led Zeppelin quasi meglio degli Zeppelin, anzi, la dico tutta, forse meglio degli Zeppelin, e ci si domanda: ma appartengono alla stessa specie, Elisa e gli squallidi assassini, le squallide mattanze, la squallida sopraffazione di cui sopra? Sì, appartengono alla stessa specie, che poi sarebbe la nostra.
Come è possibile che l’essere umano possa dare e togliere con la stessa disinvoltura, la stessa frequenza? Nello stesso secchio peschiamo merda e arte, meschinità e meraviglia. Siamo prodigiosamente intonati (Elisa) e ridicolmente stonati (Cirillo). Siamo la voce umana che regge il ritmo del cielo e siamo il pope che bestemmia Dio. Siamo l’eros spavaldo di Whole Lotta Love (un sacco di amore) e siamo la lugubre religione della guerra. Elisa che canta divinamente gli Zeppelin a un inorridito Cirillo: sarebbe lo scontro finale tra noi e noi.

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