domenica 17 aprile 2022

Appunto!


Quante svastiche volete per condannare l’Azov?

di Daniela Ranieri

I nostri giornali ne vanno pazzi. Li trattano con i guanti, ricorrendo a vellutati eufemismi (soldati “in nero”, “ultras”, “irriducibili”); per il Secolo d’Italia sono “come gli Spartani alle Termopili”. Trattasi dei ragazzoni del Battaglione Azov, intrisi di letture kantiane (in foto, secondo alcuni siti di fact checking, Artyom “Bonov” Zalesov, in Azov fino al 2014 e protagonista delle battaglie nel Donbass, per cui l’OSCE li ritiene responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e tortura fisica e psicologica. Famoso per la frase hegeliana “Giocherò a calcio con le teste dei soldati ceceni”, secondo alcuni è scappato da Mariupol per rifugiarsi in Polonia; oggi pare venda magliette e faccia l’esaltato su YouTube). Comunque, una buona compagnia (basta digitare Azov+nazi su Google). Forse ingenui, forse idealisti, questi ragazzi sono, come scrive l’intelligente e anticonformista Giuliano Ferrara sul Foglio, “eroi da leggenda” che “meritano solo rispetto”. Secondo la Cnn, dopo la sua integrazione nella Guardia Nazionale ucraina il Battaglione Azov avrebbe negato i legami col nazismo, dicendo che la “N” sullo stemma e sui tank vuol dire “Nazionalismo” e la svastica e il sole nero sono un richiamo alla mitologia norrena e ad antichi riti druidici (“SS” dev’essere un omaggio alla targa di Sassari o alla Società Sportiva Lazio). Il Guardian ha intervistato uno di loro, Dmitry, che nega l’Olocausto e fa l’elogio di Hitler, ma così, per goliardia. A ogni buon conto, Zelensky avrebbe nominato eroe nazionale il capo di Azov Denis Projipenko, notizia mai smentita.
Dopo l’elogio di Azov fatto da Gramellini in prima serata e il panegirico di Ferrara, ci siamo affezionati a questi romantici eroi byroniani. Si tenga conto che l’antisemita è Vauro, e che l’Anpi, invocando la pace, svilisce la Resistenza.

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