sabato 12 marzo 2022

L'Amaca


Benedetta sia la betoniera
di Michele Serra
Non so se sia autentico, ma spero ardentemente che lo sia, il video dei due pensionati ucraini che invitano energicamente i soldati russi, entrati nel loro piccolo giardino, a levarsi dai piedi. E quelli se ne vanno, talmente è evidente l’assurdità della loro presenza, quasi senza protestare, mentre il cane abbaia come fanno i cani quando arriva il postino.
La guerra, lo sappiamo, non funziona così, ma il brevissimo filmato ha una potenza metaforica irresistibile. Due anziani inermi affrontano quattro giovanotti armati. Li mettono in fuga con l’arma dell’evidenza: questa è casa nostra, che accidenti ci fate con il mitra in mano in casa nostra? Come vi permettete? Non lo vedete che il cane si spaventa? Con quegli scarponi infangati, poi, mica vi verrà in testa di entrare dentro casa, che abbiamo appena lavato i pavimenti?
La guerra ha un carico micidiale di terrore e di morte: è quello il suo primo odore, quello del sangue e della polvere delle macerie. Ma poi ha un suo secondo livello, altrettanto profondo, che è l’assurdità. L’assurdità di una violazione incomprensibile della vita quotidiana, delle abitudini e dei diritti umani nella loro forma più banale, più elementare.
La vita tranquilla, perfino stupida, che tutti noi meniamo giorno dopo giorno. Con quale diritto uno Stato maggiore, un governo, un’entità distante nello spazio e nella logica, viene qui a mettere sottosopra le nostre giornate?

Nel video è inquadrata anche una betoniera, in un angolo del giardino. La betoniera è la vera eroina della situazione. La guerra ha interrotto il suo lavoro. Maledetta sia la guerra, benedetta la betoniera. E il cane. 

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