venerdì 15 ottobre 2021

Si può dire!!!


Quindi se a qualcuno venisse in mente di candidarlo al Quirinale, sappia che la sua creatura finanziava Cosa Nostra! (Chissà se il Minzo pubblicherà questa sentenza sul suo quotidiano umoristico…)

NESSUNA DIFFAMAZIONE
“La Fininvest ha finanziato Cosa Nostra”: per la Cassazione scriverlo è corretto
di G.B.

Avevano ragione gli autori del libro Colletti sporchi e torto la Fininvest. Nessuna diffamazione è stata commessa ai danni della società di Silvio Berlusconi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione: dopo un processo durato sette anni e dopo sentenze d’assoluzione già in primo grado e in appello, la Suprema corte ha respinto anche il ricorso finale della Fininvest contro il magistrato Luca Tescaroli (in foto), il giornalista Ferruccio Pinotti e la loro casa editrice, la Rcs Libri, accusati di diffamazione.

Nel libro Colletti sporchi avevano “evocato il coinvolgimento di Fininvest nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa”. Avevano riferito le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Salvatore Cancemi, che riferiva di “versamenti periodici di somme a titolo di contributo effettuati a Cosa nostra da persone fisiche appartenenti al gruppo Fininvest”. Avevano sostenuto l’esistenza di “rapporti con i vertici della Fininvest” intrattenuti dal vertice dell’organizzazione mafiosa siciliana, contatti che “Totò Riina si era attivato per coltivare personalmente”. E avevano in definitiva affermato “la commistione della Fininvest con la mafia”.

Secondo quanto rivelato da Cancemi nel processo sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, “appartenenti al Gruppo Fininvest versavano periodicamente 200 milioni di lire a titolo di contributo a Cosa Nostra”. Infatti “Riina si era attivato, dagli anni 1990-91, per coltivare direttamente (…) i rapporti con i vertici della Fininvest tramite Craxi”. E “Riina, nel 1991, aveva riferito” a Cancemi “che Berlusconi e (…) Marcello Dell’Utri erano interessati ad acquistare la zona vecchia di Palermo e che lui stesso (Riina) si sarebbe occupato dell’affare, avendo i due personaggi ‘nelle mani’”.

La Cassazione ha ora effettuato la “verifica dell’avvenuto esame, da parte del giudice del merito, della sussistenza dei requisiti della continenza, della veridicità dei fatti narrati e dell’interesse pubblico alla diffusione delle notizie”, nonché “della congruità e logicità della motivazione”. Al termine di questo esame, ha respinto il ricorso della Fininvest e l’ha condannata a pagare le spese. Scrivere che la società di Berlusconi ha pagato Cosa nostra ed è stata in rapporti con la mafia si può.

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