sabato 4 settembre 2021

L'Amaca

 


E il nucleare sparì dalla scena
di Michele Serra
Il ministro per la Transizione ecologica Cingolani è uno scienziato, e dunque se ha da dire cose nuove e interessanti sul nucleare fa benissimo a dirle. Lo si ascolta volentieri e magari si impara qualcosa. Ma per come funziona il mondo dei media (vecchi e nuovi, dai giornali ai social), se il ministro-scienziato impacchetta la sua opinione scientifica dentro una frase generica e sciocca contro «gli ambientalisti radical chic», ecco che nessuno parlerà più del nucleare, e tutti della frase generica e sciocca.
Così infatti è stato, così accade con micidiale costanza in migliaia di occasioni e su decine di argomenti: è il dettaglio pittoresco, la polemica maldestra, la battutella per far ridacchiare il pubblico che ha l’onore delle prime pagine, e si mangia tutta intera la sostanza della questione.
Ovviamente il ministro, come ogni persona di potere, è libero di credere che questi sono solo dettagli. Perché poi, tanto, le cose si decidono nelle stanze della politica, nel lavorio delle lobby, nelle riunioni tra sapienti, nelle valutazioni economiche. Ma sbaglia. Perché il peso della pubblica opinione, sulle questioni ambientali, è tutt’altro che ininfluente, e ammesso che il «nuovo nucleare» di cui parla Cingolani sia una buona causa, lui l’ha fatta partire sul binario sbagliato, facendo giustamente infuriare molto ambientalismo che ha le maniche rimboccate (e ai polsi non c’è un Rolex) da quando lui andava alle elementari. L’idea che l’ambientalismo sia uno sfizio per contesse e vecchi gagà con la puzza sotto il naso è decrepita, sbagliata e molto di destra. Cingolani faccia lo scienziato, è stato assunto per questo, non per rubare le battute al Salvini.

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