Per Zielinski niente Bugatti: gioca con i bimbi dei suoi orfanatrofi
di Paolo Ziliani
Alzi la mano chi, anche inavvertitamente, sfogliando i giornali o navigando nel web non è incappato almeno una volta nel racconto del “favoloso garage” di Cristiano Ronaldo, un parco auto del valore di 20 milioni di euro, uno dei garage più invidiati al mondo potendo contare su diversi modelli di Ferrari, Porsche e Maserati e soprattutto sulla preziosissima Bugatti Centodieci da 8 milioni di euro prodotta in soli dieci esemplari; o nel racconto delle sue cene da mille e una notte con Georgina, come quella del 15 novembre 2018 allo “Scott’s” di Londra che la Gazzetta ci raccontò in un memorabile pezzo intitolato “Ronaldo, cena da superstar: ordina due vini da 30 mila euro” in cui venimmo a sapere che la scelta di CR7 era caduta su un “Richebourg Grand Cru, rarissimo Pinot Nero, prodotto da Henry Jayer, vignaiolo della Borgogna nato nel 1922” (extra carta-vini, costo 20 mila euro) e su un “Pomerol Petrus del 1982, un Merlot della zona di Bordeaux che è il più caro tra i vini del locale” (costo 10 mila euro). E alzi la mano chi, magari sfogliando una rivista dal parrucchiere o in sala d’aspetto dal dentista non è mai incappato almeno una volta nel racconto delle gesta di Mauro Icardi e Wanda Nara: come la cena a lume di candela in un ristorante di lusso milanese con consumazione di risotto alla milanese con foglio d’oro da 24 carati, naturalmente fotografato e postato sui social con il commento: “Risotto con zafferano e oro 24K… Cibo costoso @wanda_icardi”; o nella visione dei fantasmagorici tatuaggi dei nostri due eroi, come quello sul busto di Maurito che ritrae un leone con al fianco due piccole leonesse (in omaggio alle sue bambine Francesca e Isabella), un tatoo, ci è stato raccontato, che ha richiesto tre sessioni per cinque mesi di lavoro, fotografato e mostrato sui social in tutto il suo splendore assieme ad alcuni dei più riusciti “lati B” di Wanda.
E insomma: se nemmeno volendo riusciamo a scampare al racconto di simili prelibatezze, visto che i nostri media ne sono ghiotti come gli scoiattoli di nocciole, è stato con un senso di stupore misto a sollievo che nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza, grazie al quotidiano inglese Guardian, di un particolare di vita riguardante uno dei giocatori più silenziosi e trascurati (a dispetto del suo straordinario valore) della Serie A, Piotr Zielinski del Napoli, il 27enne centrocampista polacco nato a Ząbkowice. Che ha fatto di tanto strano Zielinski, a detta di tutti uno dei quattro migliori giocatori dell’ultimo campionato assieme a Lukaku, Kessie e Barella? A fari spenti, in silenzio, nel novembre del 2015 Piotr, che ancora giocava nell’Empoli, ha acquistato a Zabkowice due edifici che i suoi genitori hanno ristrutturato e trasformato in orfanotrofi fondando l’associazione “Piotrus Pan” (Peter Pan) dal nome del figlio. Qui la famiglia Zielinski si prende cura ogni giorno di bambini orfani e bambini con problemi familiari legati a genitori alcolisti, violenti o con gravi problemi economici. “Piotr - racconta il padre Boguslaw - torna qui ogni volta che può, va a trovare i ragazzi, gioca a calcio con loro e gli regala apparecchiature elettroniche che non usa: laptop, console di gioco, tablet. Recentemente un ragazzino che doveva ricevere la prima comunione non aveva nessuno che lo accompagnasse: Piotr è venuto dall’Italia apposta e gli ha fatto da padre e da padrino lui. Lui è così”.
Grazie di esistere Piotr.
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