domenica 13 giugno 2021

Non riesco proprio!

 


Più passa il tempo e più non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di questa faccia di merda, scusate il francesismo, uno per il quale, lo confesso, ristabilirei la pena di morte mediante ghigliottina. Un esempio eclatante di quanto il male possegga abissi infiniti, perché costui è riuscito ad arrivare ad una profondità probabilmente sconosciuta, essendo riuscito a spillare soldi, tanti, troppi, a pazienti oncologici terminali.
Bastardo della peggior razza, Giuseppe Rizzi che solo sulla carta di professione faceva il dottore, per altro già licenziato in tronco dall'Istituto Tumori "Giovanni Paolo II" di Bari, aveva pure una fetida spalla nella compagna l'avvocato Maria Antonietta Sancipriani, ed insieme a lei è riuscito a spillare 130mila euro ad un paziente, poi morto, per somministrargli farmaci oncologici salvavita gratuiti. Come possano aver trovato il coraggio di accanirsi su un paziente in fin di vita, resterà probabilmente un mistero, a meno che fior fiori di criminologi non arrivino a sbrogliare questa mefitica matassa, da far vergognare l'intera umanità.
Durante le perquisizioni nella dimora di quest'orco furono trovate, naturalmente ingenti quantità di denaro, più di un milione pare.
Naturalmente questo vigliacco visitava pure i colpiti dal male del secolo, chiedendo per ogni visita, pare, 600 euro naturalmente e rigorosamente in nero.
Dai documenti d'inchiesta emerge pure un colloquio con un parente di una persona in cura e appena deceduta. Appresa la notizia, il bifolco rispose con una frase ricapitolante il degrado psicologico in cui l'avidità lo ha trascinato: "Si ricordi di saldare l'importo dell'ultima visita!"
Concordando che sempre e per sempre occorrerebbe seguire la linea illuminante la via maestra della giustizia democratica, non riesco però a trattenermi nel chiedere a gran voce a chicchessia di buttare, eccezionalmente, via per sempre la chiave della cella dove spero questo bifolco possa marcire per il resto dei suoi anni! Al momento però è ai domiciliari. Vergognosamente.

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