Lo scempio del Grillo travolge quella strana idea di normalizzare il Paese, rendendolo dignitoso. Con magagne ed inesperienza eclatanti, il tentativo di riportare la democrazia nella nazione è deflagrato con l’editto bulgaro dell’Elevato, geloso di veder in tolda quell’avvocato che in Europa riuscì a far convogliare duecento miliardi sopra queste terre stravolte dalla pandemia. Il moto ondoso vergognoso che accerchiò l’allora Premier, rappresenta ancora oggi la cartina tornasole di come e quanto fastidio dette ai cosiddetti poteri forti. Basta infatti assistere all’indecoroso circo mediatico per averne conferma: il neo psicolabile Comico infatti è riuscito nell’intento di far esultare l’Ebetino al duepercento, i Giornaloni di proprietà di riccastri, il Minzo che riesce a farneticare dal basso della direzione di quell’opuscolo comico di proprietà di un pregiudicato; parlano irridendo ragione e dignità esponenti del partito azienda, i fascisti camuffati guidati da Sora Cicoria, i seguaci del Cazzaro, la Maglie, la Santanché, Gasparri, Gasparri, Gasparri che sbeffeggia il dietrofront ai due mandati, si proprio lui da oltre vent’anni inspiegabilmente in parlamento! Dietro nella penombra, godono camerieri e bibitari fingendosi addolorati da tale scempio ma in cuor loro ebbri di felicità per l’abbraccio a quella inamovibilità, marchio di fabbrica di lorsignori.
È stato un sogno, quasi realizzato, da cui da tempo ormai mi sono discostato, scuotendomi pure la polvere dai calzari. L’arroganza di un insano cabarettista ha messo fine ad un progetto di liberazione, inscatolando trance di tonno oramai datati, perduti nei meandri dell’inverecondo teatrino dell’affarismo portato all’eccesso, che allocchi ed infatuati continuano a definire politica.
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