Il peccato e il peccatore
di Michele Serra
Se mi sequestrano la patente per una grave infrazione stradale, devo smettere di scrivere l’Amaca ? Se un calciatore ha lo sfratto perché non ha pagato l’affitto, deve essere espulso dall’arbitro e messo fuori squadra? Me lo sono chiesto dopo avere letto la storia di Roberto Angelini, musicista a Propaganda Live . Multato per non avere messo in regola una sua dipendente (multa salata, e dovuta) in un suo ristorante, ha scelto di interrompere il suo lavoro televisivo perché non reggeva più le furibonde polemiche social. Qualcosa non quadra, davvero non quadra, nel rapporto tra il peccato e il peccatore.
Le multe, le sanzioni, nei casi più gravi le reclusioni, sono state inventate apposta perché il concetto di colpa abbia una sua equa misurazione. Lo smisurato stigma social che si abbatte sui colpevoli, anche se rei confessi, e dispiaciuti di esserlo, non ha invece confine, né ambito, né scadenze: segno inequivocabile che a quelle turbe nevrasteniche non interessa sanare il peccato, interessa linciare il peccatore. È una caccia all’uomo costante e quotidiana, in un fiorire di "vergogna!"
e "sparisci!" che non ha parentela alcuna con il bisogno di giustizia, e ha molto a che fare con la voglia di forca. Angelini ha detto di avere sbagliato, pagherà la multa: che accidenti c’entra, con tutto questo, il suo lavoro in televisione? Forse che il solo spettacolo che si confà al nuovo puritanesimo da tastiera è una processione di immacolati?
Io ve lo dico fin da ora: guido piano, e dunque è difficile che mi sequestrino la patente.
Ma se me la sequestrano, l’Amaca la scrivo lo stesso. Forza Angelini, paga la multa, non leggere i social e torna a suonare.
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