Oggi si vota in Parlamento, gli scricchiolii sono sempre più sonoramente udibili, la maggioranza rischia, e se non rischia oggi, rischierà domani o dopodomani. Perché tutto questo? Come può accadere durante una catastrofe pandemica che i vari schieramenti si azzuffino senza ritenere che sia indegno tutto ciò difronte a decine di migliaia di morti?
Perché sostanzialmente è quasi pronta la torta da 200 e passa miliardi, perché si sta cercando di tagliarla in fette non uguali ma vicine agli interessi dei soliti noti. Perché il Premier non sottostà ai soliti rigurgiti di Palazzo, tira dritto per la sua strada e questo non va bene nel paese del tira a campare.
Ed infine c'è lui, il solito immarcescibile saltimbanco rignanese, lo spauracchio della ragione e della buona politica: sta tentando di giocare tutte le carte a disposizione per non soccombere definitivamente, di conseguenza scalcia, preme, freme, proclama, commenta, sfrigola, dichiara, intima, raggruppando: rompe i coglioni.
E' l'eterno guitto che prevede futuri schieramenti, che gioca come un bimbo sulla pelle degli italiani. Per lui l'apoteosi sarebbe un bel ritorno al centrismo democristiano, con il suo personaggio riabilitato e perché no, con qualche incarico ministeriale. E' pronto a tutto, persino a garantire al Pregiudicato il futuro dorato sul Colle più alto, in realtà tragedia per il nostro paese: al solo pensiero che tra non molto potremmo avere un Presidente della Repubblica che in passato pagò tangenti alla mafia, ci vengono i brividi. Non so a voi, ma qui è tutto un tremore!
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