L'ex Priore di Bose, Enzo Bianchi, è stato invitato a lasciare il monastero da lui creato tanti anni fa, dopo che il Vaticano ha compiuto una visita pastorale per verificare la situazione e lo spirito evangelico del luogo di preghiera.
Sorgono molte domande attorno a questa direttiva vaticana, le problematiche sorte dal pensionamento dal 2017 del Fondatore. Uomo di fede e cultura, Bianchi ha illuminato costantemente il panorama cattolico. Ma il momento del distacco, del ritiro è senz'altro difficile, come il non interferire sul nuovo, su ciò che è chiamato a proseguire l'opera e la via tracciata, per chi crede, dallo Spirito.
Ritirarsi lontano dal mondo, che il più delle volte combattiamo, è sforzo titanico per tutti. Il commentare, l'avversare, decisioni di altri che inducano a temere problematiche per la "creatura" è di questo mondo, ahimé. Lungi da me criticare Fratel Enzo! Avrà avuto i suoi buoni motivi per divenire ostacolo al suo successore.
Evidenzio soltanto la difficoltà di noi tutti che viviamo nel tempo ad accettare l'avanzare dello stesso, del sentirsi pietre soporifere dopo aver dato il centopercento per edificare uno snodo focale ponendo sempre come pietra d'angolo Colui dal quale e per il quale sono tutte le cose.
Nel gorgo aspirante noi stessi, con i talenti imprestatici, tendiamo a rimaner larghi e speranzosi di proseguire l'opera assegnataci. Molte vite vengono riposte in rimessa, le chiamano villaquiete, ancor prima che la Natura ne decreti la fine biologica. Il risentimento umano per lo spegnimento di noi stessi è matrice di fremiti irrefrenabili, abbacinanti sentieri apparentemente ostici ma illuminati misteriosamente. L'occasione unica è di mettere a frutto l'esperienza della vita precedente, abbracciando la fiducia riposta da sempre nel non razionale.
Non voglio insegnare nulla Priore, molto probabilmente nel mio attimo sarò molto più irascibile e refrattario di Lei e se parlo ora è solo perché vedo ancora abbastanza lontano ciò che idealizzo gastronomicamente con la richiesta del conto al ristorante.
Le auguro solo, umilmente ed in fraternità, di vivere al meglio la sua Vita da sempre esempio per molti.
Stia allegro e col cuore in alto!
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