mercoledì 15 aprile 2020

Storia di ordinaria differenziazione


La Gentildonna Danarosa avrà pensato che, sul far delle 13, nessuno dei normali avrebbe avuto l'ardire di recarsi al supermercato ed invece, una volta parcheggiata la sua sonante vettura in modo tanto lardoso e tracotante che in tempi normali avrebbe insinuato l'idea di un incidente, di un malore improvviso, discesa sulla terra abitata dagli inferiori ha manifestato una stizza propria dei reali mocciosi a cui, pare, per divina scelta tutto è concesso ed ammesso. 
Maledicendo tra sé questa nauseante mancanza di riguardo nei suoi confronti, la Gentildonna ha mostrato, mediante l'arriccio delle auree e curatissime sopracciglia, la tracotante constatazione che di questi tempi virulenti anche il popolino stia degustando usi e costumi non consoni al proprio status, visto che giammai s'affaccendano, imbolsiti come sono, di mattina in lezioni salutari di yoga, di preparazione di tofu ed affini, di dialoghi principeschi su futuri shopping svuota granai, balsami ed erbe introvabili ai più, liposoluzioni e gossip d'alto bordo e di sfavillanti ed introvabili gadgets di cui i ricchi sono pregni.
La Gentildonna freneticamente controllava il suo orologio tanto abbacinante che, ad ogni giro di polso, incontrando messere Sole, donava, come una sua antenata le brioches, gratuitamente agli astanti una lieve abbronzatura in modalità Cervinia; avrebbe voluto la Danarosa estorcere a qualcuno l'ambito ticket numerato, in virtù dell'acclarata urgenza derivante dall'appuntamento di tardo meriggio con il personal trainer via skype, irrinunciabile visto che il tema del giorno sarebbe stato la tonificazione dei glutei, di per sé già sottoposti da tempo immemore al necessario ritocco. 
Vestita nella divisa tipica di chi con il casual trasmette a lor minori la differenziazione di casta, blue jeans stropicciati e aperti leggermente in area rotula, sneakers bianche con disegni dorati, camicetta bianca e pullover blu, continuava a sbuffare quasi fosse in prossimità del valico sul Tourmalet quando, improvvisamente, l'addetto ha pronunciato il suo numero. Ed in quel topico momento, come quando, seduti all'aperto in un bar, i diversamente umani gongolano evidenziando i propri agii chiedendo a gran voce bottiglie introvabili ai più, ella ed il suo fulgore hanno proferito la frase più irritante che trovare il Cazzaro intento a recitar rosari: "un momento che prendo la borsa in macchina!"  
Nelle menti, già psicolabili per l'eterna quarantena, dei presenti, all'unisono è scattata la domanda, la stessa che con le dovute cautele avranno testé avuto anche angeli e cherubini: "ma brutta testa di cazzo, tieni in macchina la borsa vuota della spesa e la prendi ora che han chiamato il tuo numero?? Che avevi paura che ti pesasse, che rovinasse la mise, la posa?" 
Nulla di tutto ciò era nelle sue brame. La Gentildonna voleva solo differenziarsi, evidenziarsi, stagliarsi sulla plebe, facendosi attendere, rallentando i movimenti, per il subliminale e purtroppo sempre in auge messaggio di lor signori che il grande Albertone ci ha reso fruibile: "Perché io so io e voi non siete un cazzo!"

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