Ci ha rotto le gonadi per troppo tempo sulla prescrizione, ha ingolfato, ingarbugliato la già di per sé modesta e fradicia di inamovibilità politica nostrana. Ha tentato di emergere dal barile profondo del futuro anonimato.
Ed infine è andato a sciare in Pakistan. Tutto vero, accertato. Guardatelo in foto. Non dico altro per non incorrere in sproloqui di bassa grana. Lascio la parola a lei...
Il mantra degli affari sulla vetta
del mondo per il Paulo Coelho di Rignano sull’Arno
Sci - L’ex Rottamatore se n’è andato
in Pakistan
di Daniela Ranieri
“Ci sono momenti in cui è bello
riscoprirsi a riflettere, ammirando la natura incontaminata. Anche a 4.000
metri. E quassù non ci sono polemiche ma solo tanta bellezza”. Le parole, come
avrete capito dalla loro sconcertante banalità, sono di Matteo Renzi, il Paulo
Coelho del Valdarno.
Sembra di vederlo, seduto nella
posizione del loto, mentre medita e recita mantra coi monaci del posto bevendo
tè masala. Gli è che il Nostro, dopo aver posizionato i candelotti di dinamite
nelle Istituzioni, è partito per le nevi del Pakistan. Sappiamo cosa state
pensando: ma come, fino all’altro ieri era qua che minacciava di far cadere il
governo sulla prescrizione, e adesso è già sulla vetta del mondo che si
atteggia a Dalai Lama, staccato dalle cose terrene, tipo Brad Pitt dopo 7 anni
in Tibet? Purtroppo il primo ministro pakistano Imran Khan ha rovinato l’eterea
visione, pubblicando sui social una foto che immortala i suoi compagni di
“ski-trip” (vacanza sciistica): attorno a un tavolo da giardino, in un cortile
che potrebbe pure essere quello del resort “Il Coccio” dell’amico Marcucci in
Garfagnana, siedono la principessa Beatrice di York (figlia di Andrea, amico di
quell’Epstein arrestato per traffico di minori e suicida), l’ex premier
spagnolo Aznar, il finanziere paki-americano Zia Chishti, l’ex ambasciatore
pakistano negli Usa Ali Jehangari Siddiqui, un capo della Tim più altri
milionari in petrodollari, e infine, spaparanzato al sole a capotavola, lui,
Renzi (sul tavolo ogni ospite ha un’aranciata oppure una tazza di tè: Renzi è
l’unico che ha sia l’aranciata che il tè). La Verità ha scoperto il link tra
questi ricconi ed ex potenti: la Afiniti, una società di intelligenza
artificiale, a cui in futuro si farà sempre più ricorso in mancanza di quella
naturale. Ignoriamo le competenze di Renzi sul tema (a onor del vero, era bravo
con le slide), e in quale lingua si esprima, ma è evidente che la missione ha
natura spirituale quanto uno yak tibetano ha contezza di Rignano sull’Arno. Ci
viene in mente ora che Renzi sottoponeva un tariffario agli imprenditori che
volevano parlare con lui: 100 mila euro, cinque volte quello che prendono i
cantanti neomelodici per esibirsi alle comunioni. Un affarone per il Pil del
Pakistan. Dove vige la legge del karma: le conseguenze delle nostre azioni ci
seguono ovunque come un’ombra, ne siamo responsabili ed eredi. (Nell’interesse
preminente dello Stato, chiediamo alla Farnesina se è possibile corrompere gli
sherpa locali per rapire, rifocillare e trattenere l’Illuminato a 4000 metri
per un po’, o almeno fino alla fine della legislatura).
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