Il problema è che ha ragione Visco: in quel puntino fotografato da Saturno, che siamo noi, l’impostazione del sistema di convivenza, pensato, sviluppato, asseverato nel corso dei secoli, stabilisce proprio e specificatamente che ognuno non possa liberamente cercare vie per poter vivere nella dignità propria della specie. È indubbio infatti che madame ragione non abbia inculcato principi validi ed oggettivi per una coabitazione paritaria del pianeta, pardon: di quel sassolino. Verrebbe da dire che a questo giro qualcosa non abbia funzionato a dovere, vuoi per la noia che si prova a pensare ontologicamente ad un’esistenza tutta sbacciucchiante, tra arpe e cori angelici, che palle verrebbe da dire anche ora, vuoi per il godimento da testosterone che molti hanno nel vedere l’estratto conto o il vicino a fauci spalancate intento a rimirar la fiammante auto nuova.
È nella magica scala a chiocciola che chiamiamo dna che si sviluppa il motore alimentante quel piccolo puntino, la pervicace sopraffazione di pochi su molti, in ogni anfratto ansioso di differenziare per distinguere: dal colore della pelle, ottimo fattore da sempre adulato in ogni anfratto, alla mancanza di cultura, dall’abbacinare menti con oggettistica, ninnoli, abbigliamento irraggiungibili per moltitudini alla continua ideazione di regole, regolette, regolamenti, anche di conti, in grado di oliare il sistema appunto, innovandolo alle voglie ontologiche di fabbrica che credenze, fedi, alcune vaghe idee di socialismo (cit.) tentano disperatamente di ammorbidire, senza riuscirvici visto che molti custodi di verità nuotano anch’essi nel lusso destabilizzante. Ha ragione quindi Visco: far parte dell’Europa, che nella foto non si vede, è necessario e vitale. In questo sistema, a questo giro, in quel sassolino.
(e poi dite che una raviolata serale non faccia bene...)
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