lunedì 15 aprile 2019

Solitudine



Mai avrei creduto di scrivere qualcosa a sua difesa, dopo averlo attaccato senza fronzoli né paura per oltre un ventennio. Ed invece, pur idealizzandolo sempre come il male assoluto, sento che quest'abbandono continuo ed importante da parte dei suoi luogotenenti di un tempo sia da analizzare, evidenziandone la piccolezza e la smania ossessiva di rimanere sulla tolda della visibilità. 
Se ne stanno andando in molti, ultima la Gardini che lascia il nulla dietro di sé, avendo infiascato aria fritta in tutti questi anni di parlamento europeo. Se ne sono andati in molti, tutti nanerottoli che al tempo lo idolatravano, incensandolo ed inventandosi escamotage per validare le scelte improvvide di questo ras della famigerata Era del Puttanesimo. 
Lui aveva solo una necessità: crearsi una corte pullulante di consenso, di adulazione, di appoggio totale alla politica ideata assieme al fratello Dell'Utri, ricercante da sempre appoggi mafiosi, Quello chiedeva ai fedeli servitori astronomicamente remunerati e cullati, ai quali appunto come nell'entrata di una banca, veniva chiesto di lasciar fuori da Arcore i propri oggetti personali, in questo caso dignità, amor proprio, autonomia. 
Tanti han piegato la testa, come pecore con un unico pastore. Si sono rassegnati a non aver attorno in psiche nessun rimorso, ripensamento, critica per la politica fatta esclusivamente per tornaconto personale. 
Ora che, per somma fortuna, il teatrino del nulla è finito, restano sulle macerie solo i Taziz, gli immarcescibili, lo squallore incarnatosi nei vari Tajani, Gelmini, Bernini. Al momento non cedono, continuano l'asseverazione con il pagatore seriale di tangenti alla mafia, pronti alla distruzione globale di quello che fu la fucina delle ignominiose gesta degli anni d'oro, la teoria della parentela di Ruby per intenderci.   
Sacrificando ogni qualità, ammesso che ne possedessero, per l'immolazione sacrificale ai voleri del Puttaniere, s'innalzano moralmente nei riguardi di chi, non vergognandosi affatto, abbandona la barca in cui per decenni hanno gozzovigliato contro ogni moralità e buona politica. 
Quel che è giusto è giusto: mentre godo oltremodo a vederlo ridotto così, detesto tutti gli addii con cui gente senza scrupoli non accetta l'ineluttabilità del ciclo biologico politico, annaspando alla ricerca di un'ulteriore proroga per continuare in questo gozzoviglio insano che a Bruxelles avrà come al solito il massimo svolgimento. Questa volta senza di lui e dei pochi servi rimasti. 

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