Ci sono giornate speciali, epocali in cui ci si sveglia con le palle girate e in cui nulla valgono i tuoi tentativi di riportar pace ed afflati di serenità, giorni in cui ti stanno sulle gonadi il caldo e quelli che si lamentano che ad agosto faccia caldo e, andando indietro, e te li ricordi ad uno ad uno, coloro che sbuffavano quando neppure una sciarpa, un paio di guanti, ti esentavano dal piacere del gelo pungente, ed inoltre, in riferimento alla girandola di maroni: quelli che in spiaggia urlano come se fossero in Borsa a vendere azioni scottanti, quelli che s’intrufolano nelle chiacchiere perché di dna non si possono fare i cazzi propri, e poi i palestrati, gli oliati, quelle che si credono gnocche e s’atteggiano a Grace Kelly, i venditori di ninnoli con le radio a palla che ti svegliano bruscamente e per i quali quasi quasi augureresti, ma poi non lo fai, un pomeriggio in via Bellerio, ed inoltre: la vacuità, l’insipido sotto l’ombrellone che il mio insolito stato d’animo amplifica smisuratamente. E per cui conosco un solo rimedio: a palla, in cuffia, Thunderstruck!
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