Un luogo ideale per trasmettere i miei pensieri a chi abbia voglia e pazienza di leggerli. Senza altro scopo che il portare alla luce i sentimenti che mi differenziano dai bovini, anche se alcune volte scrivo come loro, grammaticalmente parlando! Grazie!
venerdì 13 aprile 2018
Facciamoci del male!
Imbottitevi di Malox, trangugiate una caraffa di camomilla e immergetevi in questo articolo del direttore del Giornale, Alessandro Sallusti.
Leggete con calma! Ci rivediamo dopo:
Il cretino assoluto
di Alessandro Sallusti
Contro un «cretino assoluto» qual è Di Battista non c'è difesa, ma sull'argomento sarebbe interessante interpellare i tanti che in vita hanno incrociato il presunto mostro e non solo non sono morti ma sono vivi e vegeti.
Mi riferisco alle migliaia di dipendenti Mediaset e alle loro famiglie che grazie a Berlusconi hanno trovato negli anni lavoro e serenità; alle centinaia di artisti che sulle tv del Biscione hanno potuto dare liberamente sfogo ai propri talenti; alle migliaia di scrittori di ogni sensibilità e orientamento ideologico (compreso il «cretino assoluto» Di Battista) che in Mondadori hanno trovato un editore attento e prestigioso; ai milioni di tifosi del Milan che hanno visto gratificata la loro fede come mai nella storia ultacentenaria del club; agli italiani che negli anni dei governi Berlusconi non hanno visto scalfita di un millimetro la propria libertà, la propria dignità e il proprio benessere; ai tanti bisognosi e questuanti che nel tempo hanno goduto, direttamente o indirettamente, della generosità privata del Cavaliere.
Silvio Berlusconi, anche se probabilmente lui lo crede, non è un santo. Ma quella stupida frase «è il male assoluto», grida vendetta e mi stupisce che la Lega, che con i Cinquestelle vorrebbe trattare un governo, la lasci scivolare come acqua fresca, salvo poi prendersela con Berlusconi per il suo fuoriprogramma al Quirinale sulla «non democraticità» dei grillini.
Senza memoria non si va da nessuna parte, e la memoria dovrebbe ricordare che se Berlusconi non avesse, tanti anni fa, accolto in casa sua la Lega (un'altra Lega, ma pur sempre la Lega), oggi probabilmente il Carroccio sarebbe ancora arroccato nelle valli bergamasche e bresciane a urlare «secessione». È stato da «male assoluto» portare Bossi, Maroni, Calderoli e tanti altri nelle stanze di regia del Paese? Lo è stato allearsi nelle regioni del Nord con la nuova Lega di Salvini spianando così la strada alla sua ascesa?
Tacere sugli insulti e annuire a chi insulta e umilia la tua storia e i tuoi padri non è un buon inizio di una nuova stagione. Occhio al confine tra un legittimo rinnovamento e un tradimento. Sono certo che Salvini, anche per il suo bene, sappia esattamente dov'è e mi auguro non lo attraversi.
Bene, anzi male, malissimo!
Tralasciando la prima parte, riferimento a Mondadori è una grandiosa minchiata per il fatto che il Nano l'ha sottratta a De Benedetti, mi soffermerei sull'ultima parte, ossia un avvertimento in odore malavitoso a Salvini:
"Occhio al confine tra un legittimo rinnovamento e un tradimento. Sono certo che Salvini, anche per il suo bene, sappia esattamente dov'è e mi auguro non lo attraversi."
Che dire? Quale scheletro nel gigantesco armadio del Pregiudicato sarà destinato a Salvini?
Capite come siamo finiti male? Il direttore di un giornale di proprietà della famiglia di uno che è stato un anno a fare servizio sociale a Cesano Boscone perché condannato definitivamente per evasione fiscale, si permette il lusso di avvisare in modalità mafiosa un segretario di partito, forse esagero, che se si staccasse dal suddetto boss, potrebbe alla fine governare per tentare di ripulire il paese sotto la regia del primo partito politico italiano.
Permettiamo tutto questo perché oramai siamo ai titoli di coda. Prevedo infatti che a breve ci ritroveremo il nipotino ebetino toscano nuovamente sul proscenio per un matrimonio immorale. Mi sbaglierò, ma il pranzo segreto tra Confalonieri e Luca Lotti a me pare stia indirizzando il Presidente della Repubblica a valutare questa ipotesi. Nefasta, finale, definitiva.
Si salvi chi può!
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