lunedì 8 gennaio 2018

L’ennesima eritrofobia


Ancora una volta un’ondata di eritrofobia colpisce i cuori e le menti di chi, oramai pietosamente, spera in un mondo migliore; arrossiamo in viso, cerchiamo di non leggere notizie ferali, indegne, richiedenti carcere a vita per chi, da sempre, riesce a sfruttare, a lucrare sulle grandi tragedie nazionali, sui lutti, sulle difficoltà enormi colpenti donne, uomini e bimbi trasformati, da agosto 2016, in terremotati. Questa nobile gente ha dovuto prima subire i cortei presidenziali del Silente Ovvio, le incursioni dell’allora Presidente del Consiglio Bomba, in modalità funerea, spargente proclami, versetti biblici, promesse divenute via via invereconde, trasformatesi successivamente in inutili ed epocali smargiassate, sonore prese per il culo di un tronfio egoriferito, dispensatore di fiabe e sciocchezze squallide ad uso e consumo di adepti silenti e perennemente proni ai suoi voleri da seduta psichiatrica. Leggendo l’inchiesta di Repubblica di oggi sulle casette pro terremotati, veniamo a conoscenza dell’ennesimo misfatto Italico, una vergogna eritrofobica, colpente le molte, ma purtroppo in calo, persone per bene ancora viventi qui ad Alloccalia: 2149 le casette già consegnate, 1513 quelle, a distanza di 16 mesi, non ancora pronte. Nel Maceratese con 72 cantieri aperti, vi sono luoghi, come Visso e Ussita, dove gironzolano poveracci inesperti di origine rumena, assunti da capolarati direttamente in Romania, l’Eldorado per gli schiavisti legalizzati di questo mondo senza più regole né giustizia: turni di 12 ore al giorno, sette giorni su sette per meno di 500 euro al mese. Il consorzio vincitore dell’appalto da 1,1 miliardi di euro risulta essere il Cns, il secondo arrivato nella stessa gara il Consorzio stabile Arcale, tra i cui soci, udite-udite, c’è la Sistem Costruzioni il cui amministratore delegato è un renziano doc e là questo consorzio si interessò, come dimostrano le intercettazioni sul caso Consip, anche il presidente della Fondazione Open, facente capo al Menestrello di Rignano. Il Consorzio stabile Arcale, come da prassi malvagia nostrana sfociante in feriti è morti per ovvie ragioni di contenimento costi e sfanculamento di prevenzione e abbattimento dei rischi, ha molti subappaltatori tra cui il Consorzio Gips di Trento; un rumeno dipendente di una sua consociata, l’Europa Srl, ha fatto esplodere il polverone allorché, infortunatosi ad una caviglia e tenuto nascosto per nove ore, ha denunciato il penoso stato in cui si trovava grazie anche all’intervento di un sindacalista Cgl. Tra i subappaltatori dell’Arcale figura anche la Intech di Roma che a novembre ha registrato un contratto di rete con altre undici ditte, alcune di esse non risultanti iscritte al registro antimafia. Un’ispezione del nucleo anti corruzione ha scoperto il 22 agosto delle incredibili anomalie nelle ditte che lavoravano nei cantieri post terremoto: la Eusegi Linoleum, stendente là pavimentazione nelle casette, la Extra Srl montatrice di mobili e l’Autotrasporti Martinelli che portava infissi e poi la Società Edilizia Campoluongo, la Decoop, la Calcestruzzi Cipicca, la Passeri non risultavano come lavoranti certificate all’Autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone: fantasmi, con probabilmente lavoratori in nero permettenti a pochi orchi di cibarsi sulle macerie di calamità, come da canovaccio Italico di tanti, troppi, decenni di scorribande di bastardi senza alcuna dignità, su lutti e difficoltà di molti colpiti da immani tragedie, provocanti appunto eritrofobia da vergogna sul viso della parte sana di questo paese, trasformatosi dolorosamente in Alloccalia, visto che ancora oggi crede alle baggianate del Bomba e dello Zio Pregiudicato, infingardo maximo durante l’Era del Puttanesimo, il top eritrofobico europeo.

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