martedì 10 ottobre 2017

Notizie intersecanti


Leggo due notizie apparentemente distanti tra loro che, a mio parere, s'intersecano. 

La questione Ilva: il piccolo governicchio che dispone delle nostre vite, sta soccombendo difronte alla proposta di Arceol Mittal, la multinazionale indiana che ha acquisito l'Ilva. Per la cronaca il gruppo Am Investco Italy, la società aggiudicante è formato da ArcelorMittal Italy per il 51%, da ArcelorMittal S.A. per il 34% e il restante 15% al gruppo Marcegaglia (che è anche presidente Eni, ma questo è un altro discorso)
Il refrain è lo stesso, da tantissimi anni: taglio degli stipendi e esubero di personale. Il gruppo guidato dal ceo di Mittal Europa, Geert Van Poelvoorde (che suona un po' come Frau Blucher di frankesteiniana memoria) vorrebbe azzeramento di anziani e integrativi e naturalmente la cesoia occupazionale di almeno 4.400 unità.
Il ministro Calenda non ha la forza dei francesi in merito, essendo il suo, e nostro, governo abituato ad ammiccare alle multinazionale e a Confindustria, sull'esempio del Bomba che se è riuscito a governare mille giorni lo deve proprio a loro. Come dimenticare lo sfanculamento dell'Articolo 18 e il jobs act? Grazie a queste manovre di destra pura infatti, i contratti a tempo indeterminato stipulati dopo il varo del jobs act valgono meno di una prolusione di Orfini su "Guardare a sinistra." 
Il punto focale non è quello del guadagno degli imprenditori, tutt'altro: se uno investe è giusto che guadagni. Il problema è quando il guadagno diventa un abnorme lucro sulla pelle di chi, ad esempio, sputa l'anima in fonderia. I costi del personale sono visti da questi imprenditori trasformatisi in tecno-finanziarie viventi, come degli ostacoli all'esigenza degli azionisti, avidi e senz'anima, dediti all'accaparramento senza confini, tendente ad infinito e usato per sentirsi immortali. 

E l'altra notizia riguarda questa signora: 



Ornella Barra Co-Chief operating officer del colosso farmaceutico Wba, incensata da ovunque perché, come racconta il Secolo XIX di oggi, iniziò la sua scalata dalla Farmacia Bellagamba di Chiavari di cui era dipendente per divenire una delle donne più influenti del pianeta. 
Addirittura ha tenuto una lezione nell'aula magna dell'università credo di Genova, abbellendola con frasi del tipo "Abbiate coraggio di dire sempre ciò che pensate." 
Benissimo dottoressa! Allora le dico ciò che penso: i 5 miliardi di utili del colosso da lei diretto sono uno schiaffo all'intera umanità perché penso che il lucro non dovrebbe essere di casa dentro ad una multinazionale farmaceutica. Le sue 230.000 farmacie nel mondo sono in buona percentuale dei supermercati dove si appioppa di tutto a persone che credono ancora nel farmacista di vent'anni fa. 

E soprattutto avrei qualche domanda da porle: 

Perché se mi servono tre aspirine, devo comprare la confezione intera? 

Perché la ricerca sugli antibiotici che dovrebbero combattere ceppi ultra resistenti va a rilento? Non sarà mica perché gli antibiotici sono poco redditizi?

Perché il biotestamento trova delle enormi difficoltà ad essere approvato ovunque? Non è in relazione al fatto che l'accanimento terapeutico è enormemente lucroso per chi vende i medicinali?

Nei paesi poveri perché c'è sempre carenza di medicine? Vale quindi la regola che se uno non ha soldi è destinato a morire? 

Mi assicura che nel caso venisse scoperto un farmaco molto meno invasivo degli attuali nella lotta contro i tumori, ma economicamente svantaggioso, per voi naturalmente, questa novità farmacologica verrà immessa lo stesso sul mercato? 

Tutto qui.  

Nessun commento:

Posta un commento