giovedì 25 maggio 2017

Adieu


Il quasi ultimo tra i prìncipi, il ridondante ecclesiale tutto soft, micro lanciatore di pensieri, a volte tanto velati, celati, imbottiti di parolone auree scorticanti da rimaner mistero per i comuni mortali, ha dunque lasciato l'incarico detenuto per un decennio e tramandatogli, affinché rimanesse di ugual valore, dal più grande politico italiano mascherato della storia repubblicana, Camillo Ruini, il quale per tre lustri levigò, smussò, intarsiò la carica di presidente della CEI, Conferenza Episcopale Italiana, per renderla megafono e soprattutto salvadanaio di potere per i nobilissimi principi, i regnanti e paonazzi di allora. 
Madamina, al secolo card. Angelo Bagnasco, ha proseguito sulle orme del più grande politico mascherato, nel mantenere nei vincoli velatamente ricattatori, l'ambito scranno. Ossia: dire e non dire per dire un'altra cosa, attaccare nascondendosi, con i princìpi non negoziabili, strizzare l'occhio al potente più accreditato nella futura elezione, ri-strizzare l'occhio al vincitore nel caso non fosse quello prescelto, assecondarne la linea politica sempre e per sempre attraverso l'emissione di comunicati, entrati di diritto nel regno delle "supercazzole", stigmatizzare episodi della minoranza dimenticandosi delle travi negli occhi di colui che mai fu attaccato in modo, diciamo, evangelico, ma solo con buffetti al borotalco, vedasi i tre anni incontrati da presidente CEI col regno del Puttanesimo (2008-2011). 
Seguendo i dettami del suo predecessore, Madamina cercò sempre con il Pregiudicato il bene comune, cioè il suo e quello dei suoi sodali, una pletora di affamati di lusinghe e potere mai riscontrata neppure ai tempi dei Borgia. 
Bagnasco saltellava leggiadramente senza mai infierire, senza disturbare, sollevando solo qualche fogliolina autunnale per non indispettire la compagine destrorsa in sella al potere, dedita a stravolgimenti di leggi, di verità, di ideali ad uso personale del re delle Tv, che ancora oggi il Bomba ha il coraggio d'interpellare per la nuova legge elettorale. 
Madamina ha evitato d'immischiarsi in diatribe scellerate, esortando a seguire virtù oramai ingiallite dal peso di quegli anni malsani, maldestri e indecorosi.
Ad un certo punto però sul suo cammino apparve l'Argentino, inaudito restauratore di concetti molto vicini a quel libro, chiamato Vangelo, troppe volte messo a riposo dai compari romani. Per Madamina fu uno shock! Correva nelle stanze incapace di comprendere. Negli ultimi anni di presidenza si dovette addirittura piegare ai nuovi "suggerimenti petrini", arrivando a parlare di disparità, di povertà (gliela dovettero spiegare bene questa parola, con grafici e filmati), di solitudine, di disoccupazione, del valore messianico degli ultimi. Per Madamina si aprì un mondo nuovo, inesplorato. E quando arrivarono delle consultazioni elettorali, lui si preparò a puntino per la solita comparsata, ma venne bloccato da Francesco il quale, molto serenamente, gli fece comprendere che quelli non erano più problemi loro, che la politica ecclesiale fosse divenuta una sola, la più importante: l'attenzione verso i più piccoli, alias Carità. 
Si, in questi ultimi anni il card Angelo Bagnasco ha dovuto sopportare e convivere con questo nuovo corso che poi, detto tra noi, sarebbe quello giusto! 

Non ci mancherà. Lo ricorderemo esclusivamente notando le differenze di gestione con il nuovo quinquennio di Gualtiero Bassetti, probabilmente un presidente CEI adeguato.



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